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Una delle ecoballe affondate a Cerboli, trovata e recuperata nelle acque capoliveresi

Scritto da  Legambiente Arcipelago Toscano Giovedì, 29 Agosto 2019 13:59

Legambiente: ecco perché Vele Spiegate trovava così tanti rifiuti sulle spiagge dell’Elba orientale.

Un’ecoballa, probabilmente una di quelle cadute nel 2015 dalla motonave Ivy al largo dell’isola di Cerboli, nel Canale di Piombino, è stata trovata dalla Capitaneria di Porto di Portoferraio, in seguito a una segnalazione, nel tardo pomeriggio del 28 agosto, mezzo miglio marino al largo di Capo Calvo, nella costa sud-orientale dell’Elba, tra Capoliveri e Porto Azzurro, nel bel mezzo del Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos e a poche centinaia di metri dal territorio del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e da un’area protetta dalle Direttive europee Habitat e Uccelli.


Un’ecoballa era stata alcune trovate sulla Costa est di Piombino nell’agosto del 2018, un’altra a Baratti e la terza era stata tirata su dalle reti di un peschereccio nel Canale di Piombino.


La Capitaneria Portoferraiese ha dato immediatamente il via per delimitare l’area del ritrovamento e ha informato del ritrovamento il commissario straordinario Aurelio Caligiore, capo del reparto ambientale marino del Corpo delle Capitanerie di porto, incaricato dal governo – a 4 anni dall’incidente - di gestire l’emergenza delle 56 ecoballe finite nel Canale nel luglio 2015. Le operazioni anti-inquinamento e per mettere in sicurezza la navigazione si sono protratte tutta la notte,


Sulla questione interviene nuovamente Legambiente Arcipelago Toscano: «Legambiente ringrazia la Capitaneria di Porto di Portoferraio per il pronto intervento che ha evitato un danno maggiore al nostro mare e alle nostre coste. Il ritrovamento di un’ecoballa persa in mare dalla Ivy, che batteva la bandiera fantasma delle Isole Cook, in un’area così delicata dal punto di vista ambientale è un fatto molto preoccupante – dice Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana - Potrebbe spiegare l’incremento dei rifiuti trovati e censiti, constatato quest’anno, in quella costa da Vele Spiegate, l’iniziativa di volontariato velico di Legambiente e Diversamente Marinai, Spiega sicuramente l’enorme spiaggiamento di rifiuti che Vele Spiegate ha osservato, all’Elba in questi ultimi due anni sia a mare che a terra, nelle spiagge che vanno da Bagnaia al Cavo, di fronte al Canale di Piombino dove è avvenuto l’incidente. In una di queste spiagge, il Pisciatoio, i volontari hanno trovato per due anni di fila un vero e proprio negozio di scarpe, mentre in altre spiagge selvagge e raggiungibili solo dal mare la quantità di rifiuti era la stessa – o aumentava – a poche settimane dalla pulizia. E’ chiaro che quello che si è incredibilmente sottovalutato per anni è un disastro ambientale e che quello che vediamo in superfice è nulla rispetto a quel che c’è sui fondali, dove la plastica si è degradata, formando microplastiche e sostanze nocive che entrano nella catena alimentare marina. Bisogna far presto e bene e bisogna che chi ha inquinato paghi, non nascondendosi dietro una bandiera fantasma. Anzi, è abbastanza incredibile che per operazioni così delicate che richiederebbero un controllo totale sull’intera filiera di trasporto e conferimento, si utilizzino navi di questo tipo».

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