La notizia dell'avvio delle procedure per la localizzazione delle cosiddette "ecoballe" disperse tra Piombino e l'Isola d'Elba ci fa piacere ma non ci tranquillizza. Dal 2014 una bomba ecologica giace sui fondali a due passi dal Santuario dei Cetacei e soltanto questa estate è stato finalmente nominato un commissario straordinario del governo per affrontare questa emergenza.
Ora le ricerche, condotte dai militari della Guardia Costiera sono partite, ma sappiamo che le operazioni non saranno rapide. Infatti, secondo le previsioni espresse dal commissario straordinario contrammiraglio Aurelio Caligiore, l’effettivo recupero avverrà non prima della primavera 2020.
Siamo consapevoli delle difficoltà amministrative che queste operazioni richiedono, ma i nostri pescatori sono preoccupati e chiedono il massimo sforzo per velocizzare il ritrovamento e il recupero di questi rifiuti, che potrebbero compromettere interi ecosistemi e contaminare specie ittiche destinate all'alimentazione umana.
Da parte nostra vigileremo sulle tempistiche annunciate, così come attendiamo con fiducia la chiusura delle indagini da parte della Procura di Grosseto. Ma oggi l’allarme è quello più volte sollevato anche dall'Arpat e riguarda il rischio di deterioramento dei rifiuti compattati che giacciono sui fondali. Gli operatori della filiera ittica sono in prima linea nel presidio del mare, hanno a cuore sia le loro attività che il benessere dei consumatori. Coldiretti Impresa Pesca sostiene le loro legittime preoccupazioni e conferma che porterà avanti tutte le azioni necessarie per la loro tutela.
Francesco Ciarrocchi
Direttore Coldiretti Pisa e Livorno