Legambiente risponde sui lavori di ripascimento e Zona umida Schiopparello-Le Prade-Magazzini (con accenno e immagini relative anche a quelli in corso a San Giovanni):
L’intervento dell’ingegner Fantoni in risposta a Legambiente è per certi versi sconcertante e dimostra un animo da “giardiniere” e non da chi si è impegnato a fare un ripascimento che avrebbe dovuto tener conto della natura pre-esistente e che invece presenta il naturale intrico di piante palustri e costiere come tamerici e canne come una sorta di giardino pubblico disordinato da rimettere a posto.
Prima di tutto facciamo presente all’Ingegnere che “l’ignoto estensore dell’articolo” si chiama Legambiente, e corrisponde a un ben noto direttivo ed una ben nota presidente. Per quanto riguarda il parere di esperti, l’Ingegner Fantoni si tranquillizzi, anche noi lo abbiamo chiesto, e non a qualche giardiniere di passaggio ma a uno dei massimi esperti italiani di arboricoltura.
L’ingegner Fantoni forse non lo sa, ma Legambiente non solo conosce benissimo la situazione di Schiopparello-Le Prade-Magazzini per averne segnalato decine di volte l’incuria e l’abbandono, ma su quell’incuria e abbandono è intervenuta – gratis - togliendo negli anni in totale diversi quintali di rifiuti di ogni genere e per segnalare la presenza di imbarcazioni abbandonate e di oggetti di ogni tipo che nessuno ha provveduto a togliere.
Dispiace che ora si voglia far passare per “dimenticanza” di Legambiente quella che è stata una trascuratezza delle pubbliche amministrazioni e che addirittura si voglia dare a qualche privato incolpevole la responsabilità di relitti (addirittura fotografati) abbandonati e spostati durante i lavori.
Spostandosi verso l’altra area in cui è in corso il ripascimento, ricordiamo all’ignaro Ingegner Fantoni, che molte delle “pulizie” di barche e rifiuti ingombranti abbandonati degli ultimi anni a San Giovanni sono state realizzate dopo denunce di Legambiente.
Quanto all’intreccio di canne e vegetazione, purtroppo per l’ingegner Fantoni, si tratta dello stato naturale di una zona umida residua e importantissima, che da anni Legambiente chiede che venga dichiarata Zona di protezione speciale e Zona speciale di conservazione e che venga inclusa nel Parco Nazionale. Un’area, lo ripetiamo, che avrebbe meritato maggiore considerazione durante i lavori e lo spostamento della “duna” di posidonia. Lo sporco non dipende da come è fatta la natura, dipende da come sono fatti gli uomini e da cosa fanno.
La domanda retorica se fosse meglio prima od ora, come se Legambiente si fosse opposta alla necessità di intervenire (per tutelare il degrado?), è grottesca.
Forse l’Ingegner Fantoni non lo sa, ma Legambiente è stata tra le prime a segnalare e denunciare lo stato di abbandono e l’erosione (e indicarne anche le cause) della fascia costiera che va da San Giovanni e Schiopparello ai Magazzini, ma – e questo riguarda la politica e l’amministrazione non i tecnici – quando si compie un lavoro di questa portata si coinvolgono i cittadini e le associazioni del territorio con un’opera di informazione sul perché degli interventi, sulla loro entità, sulle modalità di esecuzione e sui materiali utilizzati. Altrimenti, come sta succedendo in questi giorni per i lavori in corso a San Giovanni (vedi foto), arrivano proteste e segnalazioni sul tipo di lavori in corso e sui materiali “non locali” utilizzati per realizzarli e per un intervento visto come snaturante.
I lavori difesi dall’intemerata dell’Ingegner Fantoni sono stati realizzati su aree paesaggisticamente e ambientalmente molto delicate e avrebbero avuto bisogno di un confronto preventivo con la cittadinanza, non di accuse postume a chi ne mette in dubbio alcuni aspetti, chiedendo spiegazioni all’organismo politico e ricevendo risposte, francamente non consone e ai limiti dell’insulto e del dileggio, da un tecnico che si avventura anche in campi non proprio suoi.
Per finire, invitiamo l’Ingegner Fantoni, sbollita la rabbia, a rileggersi attentamente il nostro comunicato perché ha preso delle topiche notevoli e ha interpretato in maniera errata diverse cose che ci sono scritte. E se non si capisce o non si vuol capire poi diventa difficile rispondere a tono e si racconta una storia che, come si vede, ha poco a che fare con il ruolo svolto negli ultimi anni da Legambiente nella tutela e valorizzazione da quel tratto di costa.
Resta un fatto, noi non avevamo chiesto spiegazioni all’Ingegner Fantoni, ma avevamo posto problemi di politica ambientale e comunicativa all’Amministrazione Comunale di Portoferraio che, quando si degnerà di fornire le risposte alle nostre domande, speriamo lo faccia non utilizzando toni così sprezzanti e fuori mira come quelli utilizzati dall’ingegnere, che non individuiamo certamente come interlocutore e/o controparte.
Legambiente Circolo dell'Arcipelago Toscano