Il 2022 è stato un anno nero per il clima, in Italia e in Toscana in particolare, segnato da un’accelerazione degli eventi meteo estremi che hanno provocato tanti danni e vittime.
I dati rilevati dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente dettagliano 310 eventi meteo estremi che hanno provocato impatti e danni nei territori, con un incremento del 55% rispetto al 2021, e hanno causato la morte di 29 persone.
Nello specifico si sono verificati 104 casi di allagamenti e alluvioni da piogge intense, 81 casi di danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 29 di danni da grandinate, 28 di danni da siccità prolungata, 18 danni da mareggiate, 14 eventi con danni alle infrastrutture, 13 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 11 casi di frane causate da piogge intense, 8 casi di temperature estreme in città e 4 eventi con impatti sul patrimonio storico.
In questo contesto drammatico, la Toscana si posiziona tra le regioni più problematiche a livello nazionale: se la Lombardia è in testa alla classifica 2022 con 37 eventi che hanno provocato danni, seguita dal Lazio e dalla Sicilia con 33 e 31 rispettivamente, la Toscana si piazza subito dopo tale triste podio, con 25 casi documentati da Legambiente.
Eppure l’azione di mitigazione della crisi climatica in corso, con un percorso di decarbonizzazione che dovrebbe vedere al centro la rapida installazione di nuovi impianti per la produzione di energia rinnovabile, stenta a decollare.
Si tratta di un problema che riguarda tutto il Paese – nei primi 11 mesi di quest’anno è entrato in esercizio neanche un terzo degli impianti necessari per rispettare il target indicato dall’iniziativa europea RePowerEu al 2030 –, ma che in Toscana è particolarmente radicato: in base al nuovo indicatore Renewables goals index, i dati messi in fila questa primavera da R.E.gions2030 mostrano un’insufficienza in tutti gli ambiti indagati (performance 2020, pianificazione 2030, attrattività del territorio, permitting performance e business environment).
Come risultato, quest’anno la Toscana è emersa come la peggiore Regione d’Italia per l’installazione di nuovi impianti rinnovabili. Paradigmatico il caso della geotermia, la più importante fonte rinnovabile disponibile sul territorio regionale: ad oggi dal calore della Terra arriva tanta energia da poter coprire circa un terzo della domanda toscana di elettricità, ma le risorse disponibili potrebbero raddoppiare (almeno) questo contributo. Eppure l’ultima centrale geotermoelettrica realizzata risale a otto anni fa, mentre le concessioni minerarie che stanno alla base dell’attività di tutte le altre attive in Toscana sono in scadenza al 2024 senza che ancora si abbia un quadro definito sull’auspicata proroga o sulla gara.
Luca Aterini da greenreport.it