Torniamo a proporre delle non proprio edificanti fresche immagini della spiaggia di Mola - forniteci da Legambiente - notando, per iniziare, che la "discarica di San Silvestro" di cui abbiamo riferito, dopo la segnalazione della Signora Giacometti (alla quale ha fatto seguito un sollecito intervento del Direttore del PNAT e dei Carabinieri Forestali) non è l'unico abuso che si è continuato a consumare sul quel litorale.
Ricordiamo che la spiaggia in questione è divisa territorialmente tra i comuni di Capoliveri e Porto Azzurro (che avrebbero l'obbligo di smaltirne i rifiuti) e che oltre ad essere sottoposta ai "normali" vincoli demaniali delle aree costiere è perimetrata in Zona B del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano.
La zona B indica - ricordiamo - un livello di protezione molto alto, che consente la presenza delle persone ma vieta l'accesso ai veicoli.
Tanto è che il PNAT aveva realizzato una recinzione che sbarrerebbe l'ingresso dalla vecchia "strada", ma il condizionale è d'obbligo poiché nuovi transiti e tagli hanno creato un varco nella parte che era naturalmente interdetta dalla vegetazione (tamerici), ed ovviamente una recinzione con un "buco" non recinge molto, e consente ai "discaricatori" di raggiungere agevolmente la spiaggia e lì depositare le loro schifezze.
Ma, come accennavamo, ed a proposito di schifezze, le foto mostrano molto altro materiale la cui presenza è decisamente incompatibile sia per i vincoli paesaggistici e ambientali, sia per quelli demaniali.
Non dovremmo trovare sulla spiaggia (oltre ad altre discariche) relitti di natanti indebitamente tirati in secco e lasciati là a marcire dai proprietari, e neppure barche ancora in grado di galleggiare "alate" e lì posteggiate (tanto per cambiare) abusivamente.
Soprattutto non dovremmo vedere quel cassone bianco a bagnomaria, lasciatoci in eredità da un gruppo di sub tornati nella natia Cekia, strabattendosene pure delle sollecitazioni a rimuoverlo inviate addirittura all'ambasciata della Repubblica Ceca in Italia (che le ha ignorate). Vi invitiamo a pensare cosa sarebbe successo se degli italiani avessero abbandonato un relitto rugginoso in un Parco Nazionale sulla Moldova nella Repubblica Ceca...
Ed a proposito di "spiaggia dei cani", che l'eterno sindaco longonese voleva ripascere: che c'entra una spiaggia dei cani in una zona umida, tutelata, dove i cani non potrebbero circolare, se non al guinzaglio e con museruola?
Occorre quindi che si proceda ad una vera e propria bonifica di quell'area (terminando un lavoro che il Parco aveva avviato), e successivamente (completata la recinzione) ad una costante opera di vigilanza perché non si torni a deturparla, e, viste la molteplicità delle competenze, ci permettiamo di suggerire ai Comuni di Capoliveri e Porto Azzurro, Parco e Capitaneria di unire le loro buone volontà per arrivarci.
Ci risulta inoltre l'esistenza di un "Comitato per la difesa del Lido e di Mola" almeno mediaticamente molto impegnato su altre vicende, magari dare un'occhiata anche alle attuali condizioni della "sua" spiaggia non farebbe male.
sr