Inquinamento, abusivismo edilizio, mala depurazione, cattiva gestione dei rifiuti, assalto al patrimonio ittico e alla biodiversità: tutte facce della pressione illegale sull’ecosistema marino del nostro Paese. A raccontarlo lo storico dossier di Legambiente “Mare Monstrum” di cui il cigno verde pubblica oggi un’anteprima della nuova edizione, facendo il punto sulle illegalità connesse ai fenomeni d’inquinamento del mare relativi alla gestione dei rifiuti, agli scarichi in mare e alla mala depurazione, frutto di un’elaborazione accurata dei dati di forze dell’ordine e Capitanerie di porto. I dati analizzati sono relativi al numero dei reati, delle persone denunciate o arrestate, dei sequestri penali e del loro valore, degli illeciti e delle sanzioni amministrative.
La Toscana è settima in classifica generale dei reati connessi al mare inquinato, nel 2022 dopo l’Emilia Romagna. Con quasi 9 mila controlli effettuati, 249 reati rilevati (5,3% sul totale). Per quanto riguarda invece le persone denunciate e arrestate sono 287 persone denunciate e arrestate, invece 78 sono stati i sequestri con 621 illeciti amministrativi. La nostra regione si trova a metà classifica aperta da Campania, Puglia, Lazio, Calabria e Sicilia dove la pressione dei reati ambientali è più forte per la presenza delle organizzazioni di criminalità organizzata.
“Come ogni anno, all’avvio della lunga navigazione di Goletta Verde, anticipiamo qualche dato che connota uno dei capitoli più odiosi della criminalità ambientale, quello sul mare; – dichiara Fausto Ferruzza, Presidente Legambiente Toscana – come sempre in classifica svettano le regioni dov’è più stabile l’insediamento mafioso, ma siamo superati anche dall’Emilia Romagna, a causa delle fortissime pressioni antropiche sulla Riviera. Da notare che l’intensità del fenomeno in Toscana assomma al 5,3% del totale nazionale, molto al di sotto del peso specifico naturale (per popolazione, territorio, economia) che la nostra regione rappresenta sullo scacchiere nazionale – che è del 6,5%”.
A livello nazionale nel 2022 lungo le coste italiane sono state 13.229 le infrazioni contestate, pari a 1,8 violazioni per ogni chilometro di costa. Crescono gli illeciti amministrativi, pari a 8.499 (+ 24,2% rispetto al 2021). In diminuzione, invece, il numero di reati (4.730, - 32,9% sul 2021) e il numero delle persone denunciate o arrestate (4.844, -43,6% rispetto al 2021), per un valore economico di oltre 385 milioni di euro.
Le 5 proposte. Secondo il cigno verde è urgente procedere verso la piena ed effettiva depurazione delle acque reflue attraverso 5 azioni:
1) rilanciare a livello nazionale e locale la costruzione e l’adeguamento e/o messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione, migliorando l’intero sistema di gestione, integrando il ciclo idrico (collettamento fognario e depurazione) con quello dei rifiuti (gestione fanghi di depurazione);
2) efficientare la depurazione delle acque reflue, valorizzandole come risorsa e permettendone il completo riutilizzo in settori strategici come l’agricoltura superando gli ostacoli normativi nazionali;
3) rafforzare e rendere più efficienti i controlli delle Agenzie regionali di protezione ambientale messe in rete nel Sistema Nazionale di protezione ambientale, coordinato da Ispra (SNPA) e i controlli delle forze dell’ordine contro gli scarichi illegali;
4) regolamentare lo scarico in mare dei rifiuti liquidi (acque nere e grigie, acque di sentina, etc.), istituendo, per esempio, delle zone speciali di divieto di qualsiasi tipo di scarico, anche oltre le 12 miglia dalla costa;
5) promuovere politiche attive per la prevenzione nella produzione di rifiuti e riciclo e per la migliore tutela del mare e della costa.