La Posidonia è una fantastica, fondamentale ma anche delicata pianta di mare. Siamo in autunno, e l’autunno al mare si percepisce anche camminando sulle spiagge durante le passeggiate domenicali, calpestando gli accumuli di Posidonia sulla battigia. Per gli abitanti della Riserva di Biosfera delle Isole di Toscana è la normalità, anzi a volte una seccatura delle mamme che devono pulire le scarpe dei bimbi prima di entrare in casa…
Cosa è la Posidonia?
La Posidonia, (nome scientifico: Posidonia oceanica) è una pianta acquatica endemica del Mar Mediterraneo, e generalmente è presente dalla superficie marina fino a circa 30-40 metri, dove trova condizioni di illuminazione sufficiente a svolgere la fotosintesi.
Si tratta di una fanerogama marina, cioè una pianta che produce fiori e semi, a differenza della maggior parte delle alghe marine. La Posidonia è una delle specie più antiche di piante marine, con una storia evolutiva di milioni di anni. Le sue foglie allungate, simili a nastri verdi, formano estese praterie sottomarine che svolgono un ruolo vitale nell’ecosistema marino.
L’importanza della Posidonia all’interno della Riserva di Biosfera delle Isole di Toscana
Le Isole di Toscana ospitano una vasta estensione di praterie di Posidonia oceanica. Queste praterie sottomarine sono un ambiente straordinariamente ricco di biodiversità e svolgono numerosi ruoli ecologici cruciali.
Le praterie di Posidonia forniscono infatti rifugio e nutrimento per le numerose specie marine, compresi pesci, molluschi, crostacei e altri invertebrati perché questi ambienti offrono protezione dai predatori e rappresentano quindi anche importanti aree di riproduzione e crescita per molte specie ittiche.
Una preziosa alleata nel contrasto al cambiamento climatico e all’inquinamento
Questa pianta migliora la qualità dell’acqua: le radici della Posidonia oceanica, infatti, si stratificano nel corso degli anni e trattengono molti sedimenti e queste formazioni contribuiscono a contrastare l’erosione dei fondali costituendo poi delle vere e proprie oasi di tranquillità quando il mare è mosso. Qui i pesci possono ripararsi in attesa che l’acqua si calmi.
Queste strutture naturali trattengono anche le sospensioni migliorando la limpidezza dell’acqua.
La Posidonia è anche un’eccellente “catturatrice” di carbonio. Le sue praterie assorbono grandi quantità di CO2 atmosferico e marino, contribuendo così a mitigare il cambiamento climatico e a contrastare l’acidificazione dei mari.
Un baluardo contro l’erosione delle spiagge
Gli accumuli di Posidonia lungo le spiagge e la battigia costituiscono un baluardo naturale contro l’erosione: si ergono infatti contro la risacca delle onde non permettendo al mare di “mangiarsi” le spiagge. Certo sicuramente possono alla lunga incorrere in putrefazione e creare degli odori fastidiosi e malsani, ma, essendo materia organica, danno il loro apporto di nutrimenti al mare ed è per questo che la Posidonia, se correttamente gestita, rappresenta uno degli anelli più importanti ma anche allo stesso tempo più fragili degli ecosistemi della Riserva di Biosfera delle Isole di Toscana, poiché molto sensibile ai cambiamenti climatici: è infatti minacciata dal riscaldamento dei mari, soprattutto in estate.
Il Parco Nazionale Arcipelago Toscano si è di recente aggiudicato il primo posto con il progetto “Isole rare – Monitorare per conservare la biodiversità di specie e habitat delle Isole Toscane”, con il quale riceverà dei finanziamenti dal PNRR per monitorare l’adattamento e la resilienza di alcune specie della Riserva di Biosfera delle Isole di Toscana.
Lo scopo di questo articolo è quello di informare e divulgare nella maniera più semplice possibile come questa pianta, (talvolta scambiata per un’ “alga”), considerata spesso un fastidio o un problema da dover smaltire, sia alla base della creazione e del mantenimento di quelli che sono oggi tra i più bei litorali d’Italia, fonte di ricchezza delle popolazioni della Riserva di Biosfera delle Isole di Toscana.
Tiziano Furgeri - Young Reporter della Riserva della Biosfera MAB UNESCO Isole di Toscana
Foto Simone Fabi e Tiziano Furgeri