A luglio è ripartito come ogni anno l’assalto selvaggio all’isola di Giannutri. Con il mare calmo il Golfo dello Spalmatoio è stato invaso da centinaia di imbarcazioni di tutte le grandezze molte delle quali ancorate a pochi metri dalle rocce o comunque senza rispettare il limite dei 100 metri dalla costa rocciosa. In queste condizioni è praticamente impossibile andare con maschera e pinne o solamente nuotare a meno che uno lo voglia fare a sprezzo della vita. Non esiste purtroppo, alcun controllo quotidiano poiché la Capitaneria di Porto è a Porto Santo Stefano, quindi molto lontano dall’Isola e di conseguenza difficilmente interviene.
Eppure l’Isola di Giannutri aspetta da 42 anni l’istituzione dell’Area Marina Protetta, così come tutto l’Arcipelago Toscano, come stabilito dalla legge n. 979 del 1982. La mancata istituzione dell’Area Marina Protetta priva buona parte dell’Isola, in particolare il Golfo dello Spalmatoio, della necessaria protezione e quindi si assiste ogni anno, soprattutto nel periodo estivo, ad una assalto di barche che giornalmente a centinaia arrivano a Giannutri buttando l’ancora sulle praterie di Posidonia oceanica distruggendola e spesso ancorandosi a pochi metri dalla roccia. Alla fine della giornata l’unica cosa che rimane sono rifiuti sul fondo del mare, danni alla posidonia e una patina di nafta in un mare che sarebbe anche Santuario internazionale dei Mammiferi marini Pelagos e “protetto” dalle direttive europee habitat e uccelli.
A tal proposito vogliamo ricordare che l'Italia ha sottoscritto la Strategia Europea per la Biodiversità al 2030, che include l'obiettivo di proteggere almeno il 30% delle superfici terrestri e marine entro il 2030 (iniziativa 30x30). Questa strategia è stata adottata dalla Commissione Europea il 20 maggio 2020 e approvata dagli Stati membri, inclusa l'Italia, nell'ottobre 2020. La Strategia Europea per la Biodiversità si propone di affrontare le principali cause della perdita di biodiversità attraverso azioni specifiche che includono la creazione di una rete coerente di aree protette, il ripristino degli ecosistemi degradati e la riduzione dell'uso di pesticidi. In particolare, mira a proteggere legalmente almeno il 30% delle superfici terrestri e marine dell'Ue e a gestire efficacemente queste aree, con una protezione rigorosa di almeno il 10% di queste zone.
A questo punto chiediamo al Ministro Pichetto Fratin di attivarsi quanto prima per riprendere l’iter dell’istituzione dell’Area Marina anche al fine di raggiungere gli obiettivi della Strategia Europea per la Biodiversità. Ricordiamo al Ministro che se l’Italia non raggiungesse gli obiettivi firmati potrebbe andare incontro ad una riduzione dei finanziamenti europei e a procedimenti di infrazione da parte della Commissione Europea che porterebbero a multe salate che dovrebbero poi pagare tutti i cittadini italiani.
Sempre in merito all’istituzione dell’Area Marina Protetta vogliamo chiedere alla nuova amministrazione di centro-sinistra dell’Isola del Giglio del sindaco Armando Schiaffino cosa ne pensa e se è disposta a riaprire l’iter per arrivare ad una protezione davvero efficace dell’Isola di Giannutri con un utilizzo sostenibile e moderno del suo mare da parte di diportisti e diving. Noi di Legambiente Arcipelago Toscano siamo disponibili a confrontarci e ad aiutare l’amministrazione in questo percorso virtuoso.
Domenica 22 luglio 2024 un barca di diving appena fuori Cala Maestra, in piena zona 2 del Parco Nazionale e altre 5 barche di diving nei pressi di Cala Ischiaiola, alcune delle quali in piena attività con dei sub in immersione, si ancoravano senza ormeggiarsi alle boe dedicate messe a disposizione del Parco Nazionale. Ricordiamo che siamo in zona 2 del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e che la sosta per i diving è permessa solo attraverso la prenotazione dietro pagamento, di una delle boe gialle del campo boe predisposto dal Parco nazionale proprio per loro. Tre di queste barche anche se non si sa se al momento stessero operando, erano comunque ancorate a pochi metri dalle rocce non rispettando il limite dei 100 m. dalle rocce emerse.
Ribadiamo ancora una volta che l’ancoraggio a meno di 100 m. dalla costa è sempre illegale . Purtroppo a Giannutri, nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ci si continua ad ancorare in questo modo. Questo anche perché le regole non sono chiare e non esiste alcun controllo quotidiano, qualcosa che sarebbe impensabile in un’area tutelata a mare in un altro Paese europeo, a partire dalla vicina Francia. Chiediamo al Parco Nazionale di chiarire a tutti gli Enti preposti e in particolare alla Capitaneria di Porto Santo Stefano le regole attualmente vigenti anche per permettere a tutti i diving di operare nel migliore dei modi rispettando le regole. Come già chiesto in passato, si potrebbero inoltre, installare delle telecamere nelle zone maggiormente frequentate come Punta Secca e Cala Ischiaiola al fine di permettere alla capitaneria di sanzionare gli illeciti senza neanche intervenire ma solo prendendo le foto dalle telecamere. Al Parco Nazionale chiediamo inoltre, di vietare l’ancoraggio selvaggio nella zona 2 del parco e di installare quanto prima il campo boe al fine di impedire l’ancoraggio e quindi la distruzione dei fondali riuscendo allo stesso tempo a regolamentare l’accesso in zona 2.
Sabato 27 luglio 2024 a Cala del lino, nel golfo dello Spalmatoio, imbarcazioni si ancoravano a pochi metri dalla roccia, non rispettando il limite dei 100 metri. Alcune di queste, con una cima di poppa si legavano al fondale roccioso a un paio di metri di profondità, pratica di ancoraggio vietata e dannosa per i fondali. La cala era completamente ricoperta da schiuma bianca, probabilmente legata all’uso di saponi.
Ancora una volta ribadiamo quanto riportato sopra: vi è la necessità di un maggiore controllo da parte degli organi preposti oltre al fatto che dopo 42 anni non si può più rimandare l’istituzione dell’Area Marina Protetta. Il golfo dello Spalmatoio, ad oggi, non ha alcun tipo di protezione e regolamentazione. Chiediamo nuovamente al Ministro Pichetto Fratin di attivarsi per istituire l’Area Marina Protetta, Al Comune dell’Isola del Giglio ribadiamo la nostra volontà a collaborare per arrivare a tale istituzione.
Sempre nella giornata del 27 luglio a Punta Secca alcuni diving si ancoravano a pochi metri dalla roccia invece di utilizzare obbligatoriamente le boe messe a disposizione dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. La modalità di ancoraggio è sempre la stessa: un’ancora a prua, un po’ più lontana dalla costa e un’ancora (o una cima) a poppa in pochi metri di fondale, spesso sulla posidonia oceanica, e a pochi metri dalla costa. E’ chiaro che l’ancoraggio su fondali tanto delicati e “virtualmente” protetti non può che produrre un danno.
Lo stato di abbandono in cui versa, da tantissimi anni, l’Isola di Giannutri è qualcosa che non può essere messo in discussione. I tanti comunicati e i diversi dossier realizzati da Legambiente Arcipelago Toscano da oltre 20 anni lo testimoniano. La nostra parte per cambiare lo stato delle cose noi la stiamo facendo e continueremo a farla. Sarebbe giunto il momento che anche le istituzioni preposte passassero dalle parole ai fatti e dai progetti alla realizzazione, cominciando dal garantire la reale protezione di ambienti che lo Stato italiano ha deciso di tutelare senza poi farlo davvero.