Sono in corso i primi interventi di riqualificazione dei muretti a secco che l’Ente Parco ha appaltato sulla base dei finanziamenti concessi dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica nell’ambito di un più vasto programma di sostegni destinati per tali finalità ai 24 Parchi Nazionali italiani.
Il progetto di competenza del Parco Nazionale Arcipelago Toscano riguarda, nel suo complesso, la salvaguardia del patrimonio esistente di muretti a secco in proprietà pubblica presenti in località Pomonte e San Cerbone (nel Comune di Campo nell’Elba) e nelle isole di Pianosa e di Capraia.
A fronte di un impegno complessivo pari a € 1.366.000,00 l’Ente Parco ha appaltato un primo lotto di interventi a Capraia che – per una somma complessiva di € 358.631,65 – interesseranno le seguenti aree:
La Mortola, sentiero del Parco 407, caratterizzato da abbondante presenza di murature a secco, sia a monte, sia a valle della strada che conduce fino al punto panoramico nei pressi del Monte Scopa;
Sentiero del Reganico, sentiero del Parco 410, che si dipana sul versante in corrispondenza della sottostante Cala dello Zurletto;
Via del Semaforo, sentiero del Parco n. 405, che si dipana (in direzione sud-ovest) partendo dal bivio con il sentiero 409 in località Santo Stefano fino al bivio 402-404, a piedi del Monte Cancelle.
Nelle tre le aree si prevedono il rifacimento parziale del paramento murario lato valle, in corrispondenza di piccoli crolli, e la sistemazione della parte sommitale del muro medesimo, che costituisce il piano di calpestio del sentiero, nei tratti in cui essa risulta dissestata.
Nelle prossime settimane partiranno i lavori di ulteriori due lotti nell’Isola d’Elba e nell’isola di Pianosa. All’Elba i lavori interesseranno le aree alle spalle di Pomonte e in località San Cerbone – Monte Perone, mentre a Pianosa il terzo ed ultimo lotto si concentrerà sul recupero di alcuni tratti di muri, fortemente ammalorati e in pessime condizioni di conservazione, nel settore che si affaccia su Cala Giovanna.
Il paesaggio italiano e di numerose regioni europee è sovente caratterizzato dalla presenza di versanti terrazzati con murature a secco che nascono, nel corso dei secoli, soprattutto come sistema di trasformazione dei pendii acclivi allo scopo di aumentare le aree utilizzabili a fini agricoli, ma anche come metodo di controllo nei confronti di fenomeni erosivi o franosi. Si tratta di testimonianze molto fragili – dal 2018 riconosciuti dall’UNESCO come Patrimonio Immateriale dell’Umanità per il loro valore storico, culturale e ambientale – poiché a causa delle loro caratteristiche costruttive, la conservazione passa attraverso una costante opera di manutenzione che, a parte alcuni casi, non sempre viene esercitata con continuità.
“Sono molto soddisfatto di aver avviato questi ulteriori ed importanti interventi di cura del paesaggio e del territorio all’interno del Parco che, in questa prima fase, interesseranno le isole di Capraia, Elba e Pianosa, mentre nei prossimi anni altri interventi coinvolgeranno l’Isola del Giglio”, ha affermato il Presidente Giampiero Sammuri. “I terrazzamenti rappresentano spesso la testimonianza tangibile di un'agricoltura definita eroica per le difficolta che comportava e tuttora comporta la coltivazione dei ripidi pendii, che fin da tempi remoti, è stata la principale attività economica per la maggior parte degli abitanti di realtà rurali come quelle delle isole dell’Arcipelago Toscano. Le murature a secco, infatti, rappresentano una delle più antiche e affascinanti tecniche costruttive anche nell'Arcipelago Toscano, utilizzate per modellare il territorio e renderlo adatto alla coltivazione. Queste strutture, costruite senza l’uso di malta o cemento, sono state realizzate incastrando tra loro solamente pietre raccolte localmente e sono distribuite soprattutto nelle isole d’Elba, Giglio, Capraia, Gorgona e Pianosa, mostrando caratteristiche anche molto diversificate tra loro in funzione dell’altezza, dello spessore e delle funzioni”.