La Football Association Isola d’Elba, a nome delle 87 piccole isole italiane, e la “Squadra del Papa – Fratelli tutti” giocheranno insieme, in fraternità, una partita di calcio più che amichevole. Papa Francesco riceverà in udienza le due squadre mercoledì 27 aprile. La partita si giocherà martedì 26 aprile, alle ore 15, al “Trastevere Stadium” (via Vitellia, 50 – Roma). I cancelli saranno aperti alle ore 13 – l’ingresso è libero.
A rendere possibile l’organizzazione della partita sono la Lega Nazionale Dilettanti, la Lega Pro e il Trastevere Calcio. A dirigere sarà un arbitro d’eccezione.
LA SQUADRA DELL’ISOLA D’ELBA CHE RAPPRESENTA LE PICCOLE ISOLE ITALIANE
Gli sportivi dell’Isola d’Elba hanno scritto al Papa per raccontargli la realtà sociale che vivono ogni giorno i 240.000 abitanti delle piccole isole d’Italia, domandandogli la possibilità di un incontro personale per essere incoraggiati a “investire” sul presente e sul futuro di questi “scogli” e far sì che il fenomeno dello spopolamento - soprattutto dei giovani - non metta in discussione i servizi essenziali per la sanità e per la scuola.
E chiedendogli anche di giocare una partita di calcio in fraternità con la “Squadra del Papa – Fratelli tutti”, composta da cittadini e dipendenti vaticani ai quali si aggiungono significativamente un giovane con la sindrome di Down che vive l’esperienza di Special Olympics, due migranti africani arrivati in Italia con i corridoi umanitari e accolti dalla Comunità di Sant’Egidio, e alcuni giovani ucraini. La squadra fa riferimento al Pontificio Consiglio della Cultura.
E così martedì 26 aprile si giocherà la partita fraterna e mercoledì 27 Papa Francesco accoglierà personalmente i rappresentanti delle isole.
“Vogliamo rappresentare attraverso lo sport, veicolo sociale di grande impatto, i disagi che vivono quotidianamente le popolazioni che hanno scelto di vivere nelle piccole isole, ma anche le gioie e quella sensazione di essere in un paradiso terrestre” dice Gaetano D’Auria, presidente della Football Association Isola d’Elba che rappresenterà le squadre delle piccole isole italiane.
“Porteremo alla nostra gente il calore che ci trasmetterà il Santo Padre” afferma D’Auria. “Gli racconteremo dei problemi con gli inverni burrascosi, quando i venti forti impediscono i collegamenti. Ma anche la sensazione di sentirsi… isolati, dimenticati dalle autorità centrali. Gli diremo che la Chiesa è sempre presente e vicina alle persone e gli chiederemo soprattutto una parola di incoraggiamento per i nostri giovani, perché non abbandonino il luogo dove sono nati. E forse una partita di calcio giocata in amicizia, senza guardare al risultato, può essere… miracolosa”.
LA SQUADRA DEL PAPA – FRATELLI TUTTI
La “Squadra del Papa – Fratelli tutti” è allenata da Odoacre Chierico, con il coordinamento di Danilo Zennaro, officiale del Dicastero vaticano per i laici, la famiglia e la vita. In Vaticano lo sport è affidato al Pontificio Consiglio della Cultura e ha in Athletica Vaticana la polisportiva ufficiale. Non esistendo una vera e propria rappresentativa di calcio, lo scorso 21 novembre è stata formata, in spirito di amicizia, la “squadra del Papa – Fratelli tutti” per la partita, su iniziativa di Papa Francesco, con la World Rom Organization.
Ricevendo in udienza le due formazioni, il 20 novembre, alla viglia della partita, il Papa ha voluto personalmente spiegare proprio ai Rom, venuti dalla Croazia, il senso e la composizione della “sua” formazione: “La squadra con la quale – e non “contro” la quale – giocherete domani rappresenta uno stile di passione sportiva vissuta con solidarietà e gratuità, con spirito amatoriale e inclusivo. Giocherete insieme a qualche Guardia Svizzera, a sacerdoti che lavorano in uffici della Curia romana, a dipendenti vaticani e ad alcuni loro figli. In campo – con la maglietta che porta la scritta “Fratelli tutti” – ci sarà anche un giovane calciatore con la sindrome di Down, appartenente a “Special Olympics”, e anche tre migranti. Questi, dopo un percorso segnato da soprusi e violenze, che li ha visti passare dal campo greco di Lesbo e poi in Italia, sono stati accolti dalla Comunità di Sant’Egidio e stanno vivendo un’esperienza di integrazione. Grazie a tutti per aver accettato di far parte della “squadra del Papa”! È una squadra dove non ci sono barriere e che fa dell’inclusione la semplice normalità. Fa dell’inclusione la semplice normalità: questo è chiaro. Ringrazio il Pontificio Consiglio della Cultura, il cardinale Ravasi, per questa azione concreta di testimonianza nel mondo dello sport, soprattutto attraverso “Athletica Vaticana”, che vive ogni giorno questa missione di servizio tra le donne e gli uomini sportivi”.
Dice monsignor Melchor Sánchez de Toca, sotto-segretario del Pontificio Consiglio della Cultura: “Nella Bibbia le isole rappresentano i mondi lontani e dimenticati, i confini del mondo. Ma sono oggetto di speciale attenzione da parte di Dio, che non manca di inviare a loro i suoi messaggeri per portare la buona notizia. Con questa partita di calcio vogliamo testimoniare la vicinanza del Papa – che di recente è stato a Malta - e della Chiesa a tutte le isole, vicine e lontane, piccoli e grandi”.