Non mancano certo i precedenti di attempati politici che (con grande battage pubblicitario) compirono imprese natatorie col fine di dimostrare all’universo mondo la loro vitalità.
Dal Duce Benito sguazzante in pessimo stile sotto le cineprese dei cinegiornali Luce, al vegliardo Mao Dze Dong, che giusto 50 anni fa traversava impavido lo Yangtze, fino alla più recente nuotata tra Scilla e Cariddi del nostro coetaneo Beppe Grillo, l’esibizionismo acquatico senile ha mietuto molte belle anime.
Ciò premesso si deve ammettere che l’ultima feraiese performance del maggiorente, col culo in guazzo fuori stagione, ha almeno avuto dei suoi caratteri di originalità.
Infatti nel caso a tuffarsi nel blu non è stato solo il capintesta sindaco seguito manco a dirlo dal suo Vice (dove va uno corre l’altro a marcarlo, inseparabili come Stan Laurel ed Oliver Hardy, Toto e Peppino, Gianni e Pinotto) ma anche da una mezza giunta e pure il vetusto consigliere sanitario nostro omonimo, per il quale non vorremmo che, dopo il test nelle fredde acque, fossimo costretti all’esortazione “Medice cura te ipsum”.
Comunque, dato atto ai valorosi dell’impresa compiuta, un paio di appunti alla manifestazione ci corre l’obbligo di farli.
In primo luogo non si è curata acconciamente l’estetica: vero che, decaduto l’assessore Bufo, si è già migliorato il panorama ed evitato un falso avvistamento di Foca Monaca (o Bove Marino) nelle acque delle Ghiaie, ma perché era assente - anche solo come supporto dei “rari (maschioni) nantes in gurgite vasto” - la componente amministrativa femminile, che certo avrebbe ingentilito l’immagine nell’insipido gruppo in temporanea salamoia?
Proseguendo, come non rilevare il contrasto tra la simpatica goliardia del bagno di gennaio alle Ghiaie, ed il tono serioso-declamatorio della nota vergata dal vice, che ha parlato del simpatico scherzo in toni pompati e pomposi (ed in quasi totale assenza di virgole), attribuendogli alta significanza promozional-filosofico-turistica. Tanto valeva introdurre il tutto con la frase: “Noi Giunta della Città di Cosimo con le palle (degli occhi eh!) ancora roride del patrio mar, Proclamiamo …”.
Insomma dopo dell’epocale Documento di Montecristo i libri di storia del futuro parleranno dell’Editto del Gronchetto.
E non taciamo che iniziano (a proposito di Montecristo) a circolare inquietanti voci, e cioè che, accantonato il bis nell’Isola di San Mamiliano, l’impresa delle Ghiaie non sia altro che la preparazione di una prossima coreografica seduta del Consiglio Comunale da tenersi, appena la stagione si farà più adatta, a bagnomaria sulla Seconda Secca. Una cosa in grande, con il pubblico ad assistere dai pedalò e le motovedette della Capitaneria a mantenere l’ordine. Suggeriremmo in tal caso, rinverdendo il successo del debutto con la colonna sonora dell’inno di Mameli accoppiato alla Rificolona, l’esecuzione da parte dell’orchestra in spiaggia dell’Inno alla Gioia di Ludwig Van Beethoven che rappresenta i cittadini d’Europa, mixato con le anatidi note del Ballo del Qua-Qua, che ci pare il brano che più si attaglia all’acquatica compagine di governo ferajese, cosi propensa allo sguazzare ed allo sciacquare.