Nelle ultime ore diversi amici (più di una mezza dozzina) si sono stranamente interessati all'argomento che avrebbe trattato il prossimo a sciambere (cioè questo che sto stendendo) ponendomi una domanda che evidentemente consideravano retorica: "Scrivi sulla faccenda dei cartelli dell'Acquarilli?"
In effetti la vicenda di stimoli e di esempi di sprezzo del ridicolo ne offre parecchi, dall'idea di tassare la visione di un paesaggio (democraticamente però: 50 centesimi chiesti al poeta che intenderà commuoversi davanti al tramonto e 50 centesimi al voyeur armato di binocolo e/o teleobbiettivo da puntare sulle naturiste chiappe sottostanti), fino alla bifigura di merda linguistica della scritta PanoramiK Point, corretta (si fa per dire) con l'ancor più disastroso WieVpoint, dalla "difesa" cerchiobottista del sindaco Barbetti, a quella di sè medesimo dell'uom di multiforme ingegno padrone del baccellaio e dei cartelli, accusante il distratto grafico (ma lui non legge i cartelli che mette in bella mostra? Bah!), fino ai misteriosi notturni vandali, a riprova che i penecefali in queste plaghe abbondano sempre ...
No cari amici il troppo stroppia... est modus in rebus (niente a che vedere coi cruciverba assessore), si può agevolmente prendere in giro chi cade nel ridicolo, non chi ci annega! L'ovvio non è mai divertente. Poi il soggetto di che trattasi è permaloso, già minaccia querele, non si capisce su cosa fondate, ma le minaccia. Lasciamo perdere...
Parliamo d'altro: racconto un aneddoto su una riese faccenda, secondo il quale una comare durante una furiosa lite questo disse alla fiera antagonista:
"Vorresti che ti chiamassi PUTTANA eh, ma io lo so che se ti chiamo PUTTANA, te vai dai Carabinieri e dici: "M'ha chiamato PUTTANA!" e mi quereli ... ma io a te, PUTTANA, non ti ci chiamo!"
Lo schema è arguto e può sempre funzionare: ad esempio provate a sostituire PUTTANA con l'allocuzione "EMERITA FAVA LESSA"...