L’altro giorno un ometto fissava imperturbabile il casottino all’alto fondale, il ciocco di ruggine pericolante in alto a sinistra per la precisione.
Il reporter d’assalto del volantino aziendale, che passava di lì, lo nota e lo apostrofa.
Rep: “Buon uomo, cosa osserviamo di bello?”
Om: “Zitto ghiozzo, il nido è lì, ‘un disturbà che mi spaventi le vespe”.
Rep: “Le vespe?”
Om: “Dé no. Ce n’ho due, le colleziono, hanno valore”.
Rep: “Senti senti….”
Om: “Sai una sega te, il mi babbo me lo diceva sempre: se voi investì bene i tu risparmi, fallo sulle vespe e tienitele di conto, unne svalutano mai”.
Rep (sarcastico): “ognuno colleziona le vespe che gli pare. A proposito, come si chiamano queste due?”
Om: “PK 125 e PX 50 special”.
Rep: “Nomi adattissimi a due insetti….”
Om: “Ognuno alla su roba gni dà il nome che gli pare”.
Rep: “Stia calmo, si rilassi”.
Al che le vespe, intuendo potenziale baruffa, e dunque pericolo per l’incolumità del loro anziano padrone, escono dal nido e compiono un volo rasente sulle orecchie del reporter.
Vespe: “zzzziaaaauuuuu”.
Om: “Boooneee” e poi, cambiando discorso: “Oh! visto che acconciatura il casottino? È bardato così da qualche anno”.
Rep: “Vedo, vedo, è conciato a festa, agghindato bene”.
Om: “Mah…. fallo un po’ recensì da mistery client, poi lo vedi come sona ‘r morto”.
Rep: “Macché, lui direbbe che lo slogan «100 partenze al giorno» è geniale”.
Om: “Io direi spudorato, manca addirittura il FINO A, finezza delle onnipresenti campagne pubblicitarie. Scusa eh? Ma perché ‘un fà corrisponde il massimale, di volta in volta, alla realtà?”
Rep: “E cioè?”
Om: “Pe ‘un fa passà pe scemi l’elbani, forse ‘un guasterebbe pubblicizzà quello che si ha quando lo si ha”.
Rep: “Ancora non capisco….”
Om: “Te lo spiego con una metafora: quella scritta «100 partenze al giorno» suona come suonerebbe se lì dietro, girato l’angolo, Vincenzo (lo storico titolare del banco di ortofrutta) domani se ne uscisse con un cartello così «cocomeri freschi tutti rossi»”.
Rep: “Ehhh?”
Om: “Ora magari no, ma se ripassi a luglio vedrai che banco frigo ci trovi….. le corse attuali quante saranno mai? Il paragone regge, vai”.
Rep: “Caro mio, ognuno pubblicizza cosa gli pare quando gli pare”.
Om: “Infatti. Nel casottino di scritte ce n’è ancora: «perché cuocere sotto il sole in banchina? » e «PARTI PRIMA!», ora dimmi te…..”
Rep: “Rimanda ad una formula di sconto particolare”.
Om: “Si vabbè, ma in questo periodo - alle 5 è buio - sa di ridicolo”.
Rep: “E allora?”
Om: “Mi permetto di suggerì, quando le corse so sospese per maltempo, la sostituzione con un sovvertito in toto: “perché sciabordare in mare aperto? Aspetta comodo in banchina!”
Rep: “Che vedute larghe!”
Om: “Quelle semmai ce l’avrà il tu padrone, che si permette di cambià il nome storico della nave in du’ balletti. ‘Un mi meraviglierei se ora, dopo l’ultimi sviluppi, rifacesse di testa sua: via tutto sto troiaiume dal casottino e verga coi nuovi slogan «oggi come ieri amici guerrieri» e un bel «chissà perché (gli slot) capitano tutti a me».
Come però spesso accade, la realtà è peggio dell’immaginazione.
Nido di vespe a parte, il casottino mostra la sua indubbia utilità, mutata ed al passo con i tempi: un bijoux monumentale frizzi e lazzi, bersaglio naturale di un bombardamento di selfie.
Sbarca dalla nave una gloriosa vespa GS 150, il distinto signore che la monta accosta, estrae lo smartphone, si mette in posa d’ordinanza e zac, il gioco è fatto.
Altri scemi, passeggeri di un pullman sbarcati a piedi, inebetiti gesticolanti gli vanno dietro.
Olé.
Secondasecca
つづく