La Procura della Repubblica di Livorno ha aperto un fascicolo sulla morte della settantasettenne Magda Sanguinetti, improvvisamente deceduta il 24 Novembre mentre si trovava nella sua abitazione di Rio Marina.
All'anziana signora che soffriva di una patologia cardiaca era stato impiantato un pace-maker defibrillatore che in luogo che "assistere" il suo apparato cardiaco regolandone con la stimolazione elettrica le pulsazioni, potrebbe, almeno in linea teorica, non aver funzionato quando la Sanguinetti è stata colta dal fatale arresto.
L'ipotesi è stata formulata dal medico legale dell'ospedale di Portoferraio che aveva proceduto all'esame necroscopico, rilevando che il Pace Maker della donna, prodotto dalla ditta americana St. Jude Medical, era di un modello che in limitati ma ovviamente importanti casi (0,21%) aveva presentato delle anomalie di funzionamento (con l'improvviso decadimento della carica elettrica della batteria di alimentazione).
Tutti i pazienti portatori degli apparecchi in questione (16.000 solo in Italia) erano stati richiamati per un controllo, e tra questi anche la signora Sanguinetti, ma la Procura, dopo la doverosa segnalazione da parte del sanitario all'A.G., per disporre che sulla salma della signora venga effettuato un esame autoptico (e tecnico sulla funzionalità del Pace Maker) sulla base del quale si possano stabilire con certezza le cause del decesso, e le eventuali responsabilità.
E.R.