I fatti accaduti in questi giorni nel comune di Campo nell’Elba, rappresentano sfortunatamente, un caso esemplare che ci può aiutare a capire quali difficoltà possano incontrare i giovani che vogliano portare, perché appassionati della Politica, o della propria Professione o Mestiere, il proprio contributo alla nostra società, restando nell’ambito delle regole e della legalità, della meritocrazia, della trasparenza, e lungimiranza, cose che forse tutti noi vorremmo vedere ben realizzate.
E’ un caso esemplare che ci mostra perché e come, quasi tutto il nostro paese incontra tante difficoltà nel progredire e trovare una condizione di prosperità e normalità.
Nelle professioni, vediamo quanti giovani talenti emigrino alla ricerca di opportunità concrete e come molto spesso accade, essi vengano ben accolti e ben pagati all’estero per le loro competenze e capacità, tanto che non ritornano in patria facilmente, dove spesso non vollero adattarsi a logiche clientelari anacronistiche, impoverendo e indebolendo così il nostro tessuto sociale e portando altrove l’istruzione a loro fornita anche dal nostro sistema universitario.
Nella politica invece si verifica verso di loro un furibondo fuoco di sbarramento alimentato dai soliti piccoli gruppi di interessi, terrorizzati solo dall’idea che possa sfuggirgli di mano la consueta gestione delle cose, ormai consolidata negli anni: l’influenza su appalti, piani strutturali, concessioni, favori, che devono essere sempre, e solo, a proprio vantaggio, o degli amici, o amici degli amici e parenti vari. A prescindere da tutto, ma soprattutto e molto spesso anche a scapito della popolazione tutta, della collettività e dei beni pubblici. Delle regole.
Il sottobosco amministrativo che disperatamente cerca di sopravvivere, e la sua influenza sulle amministrazioni, può però diffondersi solo con la mancanza di qualità politica, amministrativa, professionale. Quando invece queste realtà vengono controllate, e se necessario contrastate per il bene della collettività, e per un corretto funzionamento del sistema amministrativo, questi “comitati” si vendicano, agendo su quella parte di amministrazione priva di anticorpi, e di ideali, portandola anche a soluzioni estreme, come il fare cadere una giunta e consegnare il Comune nel pieno della stagione turistica nelle mani di un Commissario prefettizio, chissà fino a quando.
E’ insolita ma emblematica proprio per le dimensioni del nostro piccolo Comune, la procedura utilizzata: non un voto di sfiducia a viso aperto, che sarebbe risultato troppo rumoroso e sarebbe rimasto impresso a lungo nella memoria dei cittadini, indubbiamente messi in difficoltà da questi fatti, ma la consegna delle dimissioni nelle mani di un notaio, nella riservatezza e nel silenzio, perché tutto fosse subito sopito e i nomi dei “congiurati” restassero solo sui fogli degli atti. In archivio.
Nuove elezioni verranno, non sappiamo quando, ma speriamo che i cittadini campesi al momento del prossimo voto, si ricordino bene i nomi delle persone che hanno causato con fini strumentali questa crisi e il commissariamento del nostro comune.
Aver fatto cadere la giunta guidata dal sindaco Lorenzo Lambardi (il sindaco non si è dimesso come gira voce) è un’occasione perduta per tutti i cittadini, di vedere finalmente realizzate con trasparenza e correttezza, quelle opere che attendono da troppo tempo di essere ultimate: porto, aeroporto, spiagge, dovranno attendere ancora e solo per fare un esempio, anche l’imminente inizio delle scuole creerà non pochi problemi.
Piero Castegnaro