“L’ipotesi di riaprire il carcere riaccende i riflettori su un’isola abbandonata a se stessa, per la quale ogni piano di sviluppo sembra destinato ad arenarsi, come su una spiaggia. Se sia una scelta opportuna (anche sotto il profilo economico) quella di ristrutturare un carcere abbandonato da molti anni - considerato che l’ultimo dei detenuti per mafia venne sfrattato e trasferito sul continente nel 1997 - è una valutazione che certo i tecnici possono fare meglio di me, analizzando costi e benefici. Conoscendo i tempi e i costi per localizzare e realizzare nel nostro paese una nuova struttura carceraria, capisco però perché si sia pensato di riaprire il carcere di Pianosa, così da venire incontro subito all’emergenza del sovraffollamento delle strutture anche toscane, anche se in realtà non so quale contributo decisivo possa portare a meno di non andare nella direzione di un trasferimento massiccio che è assolutamente da evitare”.
E’ il commento del Vicepresidente del Consiglio Regionale Giuliano Fedeli (IdV) sull’ipotesi di allocare sull’isola di Pianosa 40 detenuti in regime di semilibertà.
“L’occasione offre, però, anche lo spunto per una riflessione politica complessiva sul futuro dell’isola - prosegue il Vicepresidente Fedeli - che oggi versa in uno stato di degrado grave e preoccupante. E non solo a causa della presenza del carcere, visto che non sarebbe certo il ritorno di alcuni detenuti addetti alla manutenzione a creare problemi, ma soprattutto di una politica vecchia di protezionismo ambientalistico che, invece di valorizzare e promuovere la fruibilità del paesaggio meraviglioso da parte di un turismo di qualità, ha teso a chiudere tutto. Come se mettere sotto chiave potesse essere una soluzione per preservare dal degrado il patrimonio naturale. La protezione di un ambiente meraviglioso e la valorizzazione anche turistica dello stesso sono azioni da coniugare insieme in maniera corretta, evitando ogni eccesso nel consumo del territorio. Cosa che la Toscana ha dimostrato di saper fare da tempo, consapevole che il paesaggio resta uno dei suoi punti di forza, anche quando si voglia parlare di sviluppo”.