E’ proprio vero, quest’isola non impara mai le lezioni e pensa che la messa in sicurezza del territorio dopo un paio di alluvioni in 9 anni serva solo a far costruire ancora a pochi passi da uno dei corsi d’acqua esondati e più pericolosi dell’Elba.
Ci sembra proprio il caso di quello che sta succedendo alla Foce, sull’estremità orientale della spiaggia di Marina di Campo, dove, attaccata praticamente alla spiaggia ed a pochi metri dalla foce della confluenza dei due grandi fossi della Pila e della Galea si sta costruendo una grossa struttura dietro il reticolato di un camping.
La zona è più volte finita sott’acqua e i fossi si sono portati via infrastrutture costruite sugli argini della Foce ed hanno allagato una vasta area dove si era permesso di costruire senza criterio. Si sperava che i danni e i soldi pubblici spesi per la messa in sicurezza dopo le due alluvioni del 2002 e del 2011 fossero serviti a far capire che non si può più costruire accanto ai fossi e ad una spiaggia in fortissima erosione, ma evidentemente ci eravamo sbagliati. Invece di togliere cemento e barriere se ne aggiungono ancora.
A Campo anche se non ha il Piano Strutturale che, secondo la legge, dovrebbe aver approvato da anni si è continuato a costruire con varianti e variantine al Piano di fabbricazione degli anni ’70.
Nel Paese del ciclone sardo e nel mondo del super-tifone filippino non si è ancora imparata la lezione, in attesa che il mare o i fossi ce ne diano altre, per poi incolpare la natura matrigna e il cambiamento climatico che, quando fa comodo, c’è anche per chi invece lo minimizza e lo ignora quando concede le licenze per costruire.