In occasione dell’anniversario di un evento bellico molto particolare per l’Elba, che ricorre in questi giorni (16-17 giugno) ed è rimasto nella memoria locale come una ferita profonda, ma che al tempo stesso segna la fine dell’occupazione tedesca, mi fa piacere segnalare che è stata appena pubblicata la traduzione di un libro importante per la memoria e documentazione degli eventi di quei giorni cruciali: Raymond Muelle, “Operazione Brassard”. La traduzione è di Giorgio Giusti, elbano, appassionato di storia e cultura locale, resa possibile grazie alla collaborazione degli eredi dell’autore.
Invece di analizzare i fatti di quei giorni, su cui all’Elba tanto è stato detto, e proprio per non continuare una polemica sulle cui premesse non mi riconosco, preferisco soffermarmi su un esempio di come fatti dolorosi del passato facciano ormai parte, oggi, de “la Storia”, siano interpretati e studiati quale materia di insegnamento per i nostri ragazzi dai professori nelle scuole. Mio figlio, a 17 anni, un giorno, durante uno dei tanti viaggi sulla nave, lesse il libro sull’affondamento dello “Sgarallino”. Già appassionato di storia, impressionato dalle sfortunate coincidenze dei passeggeri silurati proprio quasi alla fine delle ostilità, decise di scegliere questo evento e l’operazione Brassard come argomento della sua tesina di maturità internazionale. Fu Umberto Gentini, prezioso documentalista ed esperto di storia, cultura e “vicissitudini” elbane nei secoli, a consigliargli proprio il libro di Raymond Muelle. Addirittura gli prestò la sua copia, preziosa non solo perché ormai fuori stampa, ma perché arricchita da una lettera personale dell’autore a Gentini stesso, conosciuto per caso durante una visita all’Elba dell’ex veterano francese.
Ebbene, ricordo con tale affetto e piacere la cura che mio figlio gli riservò, preoccupato per alcune pagine che si staccavano, attento a non perdere la preziosa lettera dentro, in difficoltà con una lingua che non conosceva benissimo, che ancora oggi questo volume ha una posizione privilegiata tra i nostri libri sull’Elba. I libri non furono la sola fonte di studio. Mio figlio intervistò a lungo i membri anziani della famiglia, i nonni, gli amici. Fu una ricerca completa e coinvolgente.
Nella sua ricerca mio figlio scrisse: “Ho letto in varie fonti che forse l’invasione dell’Elba non era necessaria perché gli Alleati avrebbero prima o poi liberato l’Italia centrale e quindi avrebbero isolato l’Elba. Ma quando il 13 giugno il Feld-Maresciallo Kesserling richiese l’autorizzazione a evacuare l’Elba, Hitler rispose che ‘L’Elba non doveva essere evacuata ma tenuta’, e il Generale Jodl aggiunse: ‘fino all’ultimo uomo e all’ultima cartuccia’. Riporto qui di seguito la sua introduzione alla tesina, ricordando inoltre che la sua biografia per l’operazione Brassard comprese anche alcuni storici elbani.
Questo saggio illustrerà le cause e gli effetti della Seconda Guerra Mondiale sull’isola d’Elba. In Italia e all’Elba, I Tedeschi si opposero energicamente alle Forze Alleate; dopo la liberazione, in tutta la penisola italiana ci furono distruzione e danno economico. Il saggio è diviso in due parti: la prima esamina la situazione durante la Guerra dopo l’armistizio del 1943, con l’esplosione della nave ‘Sgarallino’ e il bombardamento tedesco dell’isola in reazione al suo rifiuto di arrendersi, e la seconda esamina lo sbarco alleato e la liberazione con il contributo e il nuovo ruolo dell’Esercito di Liberazione Francese, l’’Operazione Brassard’, con l’episodio dei Goumiers francesi. Il saggio si basa su varie testimonianze dirette, visite a luoghi, fonti secondarie e terziarie.
La ragione per cui ho scelto questo argomento è basata sul fatto che metà della mia famiglia è dell’Elba, e per l’importanza dell’isola durante la Seconda Guerra Mondiale quale punto strategico militare per il tentativo tedesco di conquista dell’Italia, per il ruolo della città di Portoferraio ricca di ferro usato per costruzioni militari. Il fatto che la scorsa estate fossi sul posto non solo ha facilitato la mia ricerca per trovare libri sulla storia locale, ma ha reso stimolante rintracciare e visitare siti dove la Guerra ebbe luogo, intervistare persone che, con mio stupore, sono state molto utili e molto disponibili a condividere libri, foto e storie. I ricordi di Guerra sono ancora vividi nella loro memoria.
Per concludere, la liberazione dell’Elba avvenne durante un periodo della Guerra molto particolare, con molti fronti aperti in Europa. La liberazione fu estremamente dura, a causa della posizione strategica dell’isola vicino alla linea Gotica. Fu importante anche per i francesi che volevano cominciare a combattere a fianco degli Alleati. L’Elba era cosi vicino alla Corsica, che fu liberata prima dell’Elba.