E’ classico ciò che persiste come rumore di fondo anche là dove l’attualità più incompatibile fa da padrona. (Calvino)
Come calcolare il tempo di una assenza? Per il vuoto che ci rimane, perché è un vuoto incolmabile che pulsa sempre per indicare un non c’è più. Un po’ così è l’assenza di Julio Cortázar. Oggi avrebbe compiuto 100 anni.
E’ classico ciò che persiste come rumore di fondo anche là dove l’attualità più incompatibile fa da padrona. (Calvino)
Come calcolare il tempo di una assenza? Per il vuoto che ci rimane, perché è un vuoto incolmabile che pulsa sempre per indicare un non c’è più.
Un po’ così è l’assenza di Julio Cortázar. Oggi avrebbe fatto 100 anni.
Cortázar era uno scrittore argentino che visse a Parigi per 30 anni dove scrisse e morì nel 1984.
Non è uno scrittore di moda. Non ora. Lo è stato tanti anni fa, soprattutto in America Latina.
La sua scrittura ha segnato generazioni e generazioni di giovani e vecchi. Era un po’ così, atipico, fuori dei canoni, bizzarro.
Ma io non voglio scrivere sul suo stile o sulla sua opera. Vorrei solo ricordarlo, nominarlo, per far sì che magari qualcuno dica: ‘chi è questo scrittore?’ E quindi generare un nuovo incontro.
Mi piacerebbe presentarlo come un vecchio amico, Cortázar, qualcuno che tu conosci da tempo, che ti fa piacere sapere che c’è e quindi dire a qualcun altro: "Hai mai letto nulla di Julio Cortázar? Prova a farlo!"
Così semplicemente vi leggerei la prima frase di un libro che ha sconvolto la vita di tanti “Il gioco del mondo” (Rayuela):
"Avrei incontrato la Maga? Tante volte mi era bastato affacciarmi, arrivando da Rue de Seine, all’arco che dà sul Quai de Conti, e appena la luce di cenere e di olivo sospesa sul fiume mi lasciava distinguere le forme, subito la sua figurina sottile si disegnava sul Pont des Arts, qualche volta muovendosi da una parte all’altra, qualche altra ferma contro la ringhiera di ferro, china sull’ acqua".
Presentarvelo così , come se nulla fosse, come un vecchio amico venuto da lontano che è tanto che non vediamo. Vi inviterei a sederci davanti il mare insieme a lui, alle 19.00 di un pomeriggio di estate, bevendo mate, a parlare serenamente partenze, addii, amori, letteratura.... così desacralizzando la figura di scrittore colto famoso e "difficile" come si usa definirlo, per portarla alla tua mano, accanto a te. Come un amico semplice. Sono sicura che vi sarebbe piaciuto a Julio.
Non voglio fare pubblicità dei suoi libri ne scrivere un’analisi critica della sua opera, come potrei! Roland Barthes diceva:’Non si riesce mai parlare di ciò che si ama’. E io non potrei mai parlare di Julio con distacco. No. Però vorrei indicare timidamente, nel caso lo leggeste di farlo "cautamente", perché Cortazar ti può lasciare nudo in mezzo a una strada sterrata, perché ti colpisce nel cuore senza quiete, perché ti ferisce e segna. E paradossalmente, ti fa rinascere, ti parla di qualcosa che ti riguarda,che era dentro di te e non sapevi.
Ascoltate, leggete questo:
‘Fra la Maga e me si alza un canneto di parole, ci separano appena alcune ore e alcuni isolati e già la mia pena si chiama pena, il mio amore si chiama amore … A poco a poco soffrirò sempre meno e ricorderò sempre più, ma che cosa è il ricordo se non la lingua dei sentimenti, un dizionario di facce e giorni e profumi che tornano come i verbi e gli aggettivi nella frase, che mascherati vengono prima della cosa in sé, del puro presente, rattristandoci e addestrandoci vicariamente finché l’essere nostro medesimo diventa vicario …’
Non puoi uscire indenne da un incontro con Julio. Non è possibile. Come in ogni incontro amoroso, c’è un indicibile. Vorresti qualche chiarimento, una parola che ti tranquillizzi, e niente. Leggete anche questo paragrafo:
"Tocco la tua bocca, con un dito tocco l’orlo della tua bocca, sto disegnando come se uscisse dalle mie mani, come se per la prima volta la tua bocca si schiudesse, e mi basta chiudere gli occhi per disfare tutto e ricominciare, ogni volta faccio nascere la bocca che desidero, la bocca che la mia mano sceglie e ti disegna in volto, una bocca scelta fra tutte, con sovrana libertà scelta da me per disegnarla con la mia mano sul tuo volto, e per un caso che non cerco di capire coincide esattamente con la bocca che sorride sotto quella che la mia mano ti disegna"
Sinceramente vorrei questo, come se foste dei vecchi vicini del quartiere, del barrio, invitarvi a conoscerlo, a parlare attraverso la sua scrittura, a sognare o a farvi delle domane sulla vita, sulla amicizia, sull’amore.
Si corre così veloce in questi tempi! Si perdono tante cose nel mentre, e invecchiamo così male nella nostra fretta!! E allora, in ricordo del suo compleanno, in ricordo per la sua gratitudine e la sua generosità, per la sua intelligenza e per la trasformazione che fecce in me, vi inviterei a parlare con lui e a scoprirlo. Semplicemente, dolcemente, senza pretese. Tutto qui
Tanti auguri carissimo Julio Cortázar, avresti fatto 100 anni e sei ancora così giovane e moderno …
Roxana Amalia Sosa
I frammenti riportati sono del libro “Il gioco del mondo” Titolo originale: “Rayuela” (Einaudi).
Julio Cortázar (1914 – 1984) lasciò l’argentina nel 1951, durante il regime di Peròn, e da allora visse a Parigi fino alla morte. Di lui Einaudi ha pubblicato Bestiario, Ottaedro, Il persecutore, Componibile 62, Il viaggio premio, il re, Sorie di cronopios e di famas.
Roxana Amalia Sosa
I frammenti riportati sono del libro “Il gioco del mondo” Titolo originale: “Rayuela” (Einaudi).
Julio Cortázar (1914 – 1984) lasciò l’argentina nel 1951, durante il regime di Peròn, e da allora visse a Parigi fino alla morte. Di lui Einaudi ha pubblicato Bestiario, Ottaedro, Il persecutore, Componibile 62, Il viaggio premio, il re, Sorie di cronopios e di famas.