GRANDUCATO DI TOSCANA ASBURGO LORENA(1737-1801/1814-1860)
Prima del 1801 l’Elba era divisa fra tre sovrani.
Portoferraio, che apparteneva al Granducato di Toscana, comunicava con Livorno tramite una strada litoranea che passava da Torre Nuova vicino a Piombino.Una barca da Portoferraio portava una volta la settimana la posta a Torre Nuova e viceversa.
Longone che apparteneva a Napoli comunicava con questa città una volta al mese tramite Santo Stefano o Talamone (stato dei Presidi).
Il resto dell’isola che era sotto il dominio della Signorìa degli Appiani corrispondeva da Rio Marina con una barca due volte la settimana con Piombino.
Dopo il 1801, annessa l’Elba alla Francia, la corrispondenza partiva una volta la settimana da Portoferraio per Piombino: da qui continuava per le diverse destinazioni.
Una volta la settimana la posta da Piombino giungeva a Portoferraio dove si faceva la distribuzione delle lettere fra i diversi comuni dell’isola.
Tra il 1814-15,occupato Piombino dalle truppe austriache, a Napoleone che era stato confinato all’Elba non conveniva che la corrispondenza dall’Elba passasse nelle mani di impiegati che dipendevano da un governoa lui ostile.
Dette incarico a Bertrand, gran maresciallo di Palazzo , di consultare l’Intendente Balbiani per sentire cosa consigliava di fare. Costui ebbe a dire e consigliare di avvicinarsi all’antico sistema. Perciò indicava una barca equipaggiata di 5 uomini per il trasporto della corrispondenza a Piombino e viceversa: da Piombino poi, un uomo a cavallo,doveva portare la corrispondenza a Livorno direttamente.(1)
Fuggito Napoloene dall’Elba questo servizio postale lo ereditò il restaurato Granducato di Toscana e il conte Fantoni,inviato in qualità di commissario straordinario, del servizio postale parla brevissimamente in una sua relazione “….Poste.Vi era una direzione delle poste per l’isola d’Elba in Portoferraio”
(Affari generali Commissario Straordinario dell’isola d’Elba dal 1° settembre 1815 al 16 marzo 1816. Filza 3.Carta 379.ASCP)
Sempre dallo stesso Fantoni si viene a sapere nello “Stato generale di Entrata dell’isola d’Elba“ (Affari generali del Commissario Straordinario dell’isola d’Elba dal 1° settembre 1815 al 16 marzo 1816. Filza 2.Carta 226.ASCP) da lui inviato al Direttore della Segreteria di Stato in Firenze,il 15 ottobre 1815, che
l”ammontare della rendita in un anno” del “prodotto della Posta“ è pari a lire toscane 4764.
Ma il conte Fantoni non parla dell’efficienza del servizio.
Ne parla invece il nuovo Governatore militare e civile dell’Elba,conte Strasoldo, che non soddisfatto di tale servizio così scrive ,nel marzo del 1816 , al Soprintendente Generale delle Poste in Firenze:
“Soprintendente Generale delle Poste. Spedita 30 marzo 1816.
Il corso di posta da qui a Piombino è affidato ad un tal Del Buono il quale fa il detto passaggio con una piccola barchetta condotta da lui stesso e da due ragazzi suoi figli. Ne segue da ciò che ad ogni più piccola intemperie di stagione,ad ogni più leggero vento contrario egli non può arrischiarsi a fare il suo tragitto e la posta resta così sospesa ora per otto ora per dieci e talvolta fino a 15 giorni.
Molti sono gli inconvenienti che derivano da una tale incertezza di corrispondenza la maggior parte dei quali vanno a colpire direttamente il servizio ,il Commercio e l’interesse istesso dell’Amministrazione del R.R. Poste. Si comprende facilmente il ( ) che ne risente il pubblico servizio mentre l’andamento degli affari anche i più urgenti è ritardato molte volte per tal motivo per un lasso di 16 o venti giorni ed è egualmente facile a vedersi il danno che ne deriva a codesta R. Amministrazione mentre in vista appunto dell’incertezza del corso della posta la maggior parte delle lettere vengono dirette per la posta di Livorno per mezzo delle frequenti occasioni che si trovano per detta Città.
Sembra perciò indispensabile e spero che VS Ecc.ma ne sarà egualmente persuasa una riforma di questa sistema che l’esperienza ha dimostrato non troppo plausibile; e quando anche ciò dovesse produrre una maggiore spesa per l’Amministrazione essa sarebbe compensata dalla maggiore impostatura di lettere e potrebbe esserlo anche maggiormente ove occorresse da un aumento di tassa da farsi alle lettere, di cui per quanto ho potuto rilevare sarebbero ben contenti questi Abitanti quando potessero ottenere un corso di posta meno incauto ed al più possibile regolare.
Se VS Ill.ma mi convenisse in questa mia opinione e favorisse darmene un accenno io mi occuperei subito della proposizione per questa riforma di concerto col Sig Cantini Direttore delle R.R. Rendite e di altri Impiegati che ne conoscono al più di me il bisogno”
(Affari generali del Governo dell’isola d’Elba anno 1816. Filza 1.Carta 81.ASCP)
1) In Vincenzo Mellini “L’isola d’Elba durante il governo di Napoleone I” pag. 63. Firenze. Stab. Tip. Del “Nuovo Giornale” 1914.
Marcello Camici
ASCP.Archivio storico comune Portoferraio