Non si placa la discussione innescata dal critico intervento dei familiari di Franco Franchini sulla gestione (o meglio sulla mancata gestione) del museo di arte contemporanea dedicato allo scomparso amministratore.
Così, dopo che l'ex-sindaco riese Danilo Alessi aveva replicato difendendo il suo operato nella vicenda giunge un nuovo intervento della Famiglia Franchini che addirittura rincara la dose degli appunti:
"Purtroppo siamo costretti a replicare a Danilo Alessi . Le cose stanno esattamente come abbiamo descritto nel precedente comunicato. Non è nostra intenzione né mai lo è stata colpire Danilo o altri personalmente, quanto criticare un suo comportamento e, ribadiamo ancora una volta ,dell’amministrazione tutta da lui guidata nonché di quella attuale . Abbiamo criticato l’ indifferenza e la noncuranza verso le opere donate , verso il bassorilievo in bronzo creato dal maestro Vinciguerra e verso la nascita del museo .Per anni le opere hanno giaciuto impacchettate negli uffici del comune di Rio nell’Elba .Non c’è mai stato da parte dell’amministrazione comunale un atteggiamento propositivo , un progetto o quanto meno la schiettezza di dire che il comune non era in grado di accogliere il museo . Vaghe promesse , idee abbozzate e niente altro. L’inaugurazione a fine mandato di Alessi è stata sicuramente una cerimonia degna e le parole di Alessi furono sincere e sentite, di questo lo ringraziammo all’epoca e lo facciamo ancora oggi .Ma è altresì vero che, la messa a punto dei locali e la collocazione delle opere ,avvenne per esclusiva volontà della famiglia , del maestro Vinciguerra e di Caludia Cei. Alessi imputa la mancata apertura in tempi più brevi a”….. altre cause attribuibili ad altri soggetti interessati nella realizzazione del progetto, ai quali la famiglia Franchini riserva ben altre parole e un diverso comportamento. Solo per accenni voglio ricordare il ritardato finanziamento dell’altorilievo da me più volte sollecitato alla Provincia o alcune vicende personali che hanno coinvolto il pur volenteroso ed encomiabile amico Vinciguerra.
Ci spieghi chi sono i soggetti altri che hanno impedito l’ apertura del museo. In quale modo il ritardo del finanziamento che ha permesso la fusione del bronzo da cui ha preso vita il bassorilievo raffigurante Franco ha in qualche modo inficiato la nascita della collezione Franco Franchini?
Precisiamo che la provincia di Livorno ha finanziato la fusione del bronzo, l’opera del maestro Vinciguerra è stata creata gratuitamente e donata dallo stesso artista. Ci sembra poi davvero ingiusto, ingeneroso e incredibile che imputi colpe anche ad Antonio Vinciguerra ventilando addirittura che per lunghi periodi si sarebbe reso indisponibile. Sarebbe molto meglio a volte assumersi semplicemente le proprie responsabilità senza buttare responsabilità su altri. In quale modo qualcuno o qualcosa ha impedito di apporre una semplice targa alla quercia dedicata a Franco?
Riguardo poi alla casa del parco vogliamo precisare che l’intitolazione a Franco non fu certo un’idea che partì dalla famiglia ma da altre persone, il fatto che ci siano stati problemi di ordine burocratico al riguardo sta nell’ordine naturale delle cose , non capiamo invece a cosa si riferisce quando parla di ostacoli di altro genere. Le parole che abbiamo rivolto ad altre persone sono in ringraziamento schietto e dovuto ci dispiace che abbiamo irritato Alessi".
Ma a reagire alle accuse mossegli ed a cercare di ridimensionare la questione, è anche l'attuale sindaco di Rio nell'Elba, che invia una nota ufficiale titolala: Museo Franchini. "Deve essere un Museo dinamico, che ospita mostre di vari artisti e per un determinato periodo di tempo”. il testo dell'intervento di Claudio De Santi è quello qui di seguito riportato:
"Innanzitutto voglio sottolineare che non c’è stata da parte dell’Amministrazione nessuna mancanza di rispetto verso la memoria di Franco Franchini. In secondo luogo, pur apprezzando le opere, di sicuro pregio artistico, esposte da oltre un anno nei locali dell’ex Museo dei Minerali, tuttavia non si tratta di una collezione così numerosa da richiamare una grande affluenza di pubblico tale da poter giustificare l’apertura da parte di personale fornito dal Comune, le cui finanze non possono permettersi una spesa in tal senso.
Ricordo inoltre che la scorsa estate il Comune di Rio nell’Elba, per rendere fruibile le opere esposte della Collezione Franchini, per alcuni giorni a settimana, ha messo a disposizione e con sacrificio personale interno con presenza del pubblico abbastanza esigua.
Una chance di successo di questo centro espositivo sta nel diventare un Museo “dinamico” con mostre a rotazione di artisti diversi e per un limitato periodo di tempo. In quest’ottica però l’apertura dovrà essere organizzata con personale volontario o a cura degli stessi organizzatori, che potranno poi illustrare le loro opere ai visitatori. Le finanze del Comune di Rio nell’Elba non sono in grado di prevedere personale da utilizzare in quella struttura né tantomeno esclusivamente dedicato ad essa. Sono attività che il Comune non può più permettersi. Tra l’altro ci è stato proposto di ospitare una mostra dedicata ad un noto artista e pittore italiano da tenersi presso tale museo nel mese di Settembre. Iniziativa degna di nota per il legame del pittore con il paese di Rio nell’Elba, dove visse e dove ancora oggi è presente la sua abitazione. Tuttavia siamo al momento in sospeso per la presenza all’interno dei locali delle opere della Collezione Franchini.Per quanto riguarda la pulizia dei locali informo che si provvederà il prima possibile.
Claudio De Santi, Sindaco di Rio nell’Elba
La famiglia Franchini però, neanche in questo caso, demorde, e invia una controreplica al Sindaco in carica, ribadendo l'intenzione di procedere al ritiro delle opere che costituiscono la dotazione della piccola (ma rilevante per lo spessore delle componenti) collezione museale. E nello specifico scrive:
Continua il vergogno rimpallo di responsabilità tra la precedente amministrazione e l’attuale, evidentemente nessuno dei soggetti coinvolti ha capito lo spirito del nostro comunicato e il significato del nostro gesto. All’attuale amministrazione ribadiamo che la nostra scelta è irrevocabile , ritiriamo tutte le opere esposte e speriamo in futuro di trovare una adeguata collocazione alla collezione Franchini al di fuori del paese di Rio nell’Elba . Non c’è bisogno di bilanci approvati, ne di fiumi di soldi per mantenere i locali del passo della pietà in uno stato di decoro ,semplicemente puliti, areati e protetti da vetri integri.
La polemica fine a se stessa su chi ha fatto cosa non ha senso e dimostra ancora una volta la noncuranza sul problema principale ovvero l’incuria permanente e l’assenza in questi sei anni di qualsiasi sforzo per aprire al pubblico almeno temporaneamente. L’ultima occasione persa è stato il recente festival dell’editoria. L’oblio, la noncuranza caduti sul museo sono una mancanza enorme nei confronti del paese di Rio nell’Elba che meritava e merita di custodire le opere di artisti del calibro di coloro che, per puro e semplice scopo filantropico e a titolo totalmente gratuito, hanno donato le loro creazioni al museo, in omaggio alla memoria di Franco Franchini. Sono passati anni, mesi e giorni in cui si poteva fare almeno il minimo indispensabile ora il tempo è finito.
La famiglia di Franco Franchini
(nelle foto: Il giorno della inaugurazione del museo, il Sindaco De Santi, ritratto in bronzo di Franco Franchini di Antonio Vinciguerra)