L'ALBA DELL UNITA' D'ITALIA ALL'ELBA (1859-1860)
Il 3 maggio del 1859 il Governo Provvisorio Toscano scrive lettera ai parroci di tutto il granducato.
La lettera arriva anche all'Elba.
Appena arrivata,è spedita, ad opera del governatore militare e civile dell'Elba, ai parroci dell'isola.
"Circolare n° 6
Illustrissimo e Reverendissimo
Nell'atto che il Governo Provvisorio della Toscana affretta e moltiplica i preparativi e nulla trascura di quanto possa contribuire al successo della guerra che si combatte per l'Indipendenza dell'Italia, egli non potrebbe contare sul presidio delle forze terrene, se non dovesse anche confidare nell'assistenza divina.
Animato da questo sentimento il Governo Provvisorio si rivolge alla S.V. Illustrissima e Reverendissima perché si degni ordinare che in tutte le chiese della sua Diocesi,da qui avanti e fino alla pace conclusa, si inserisca nella Messa la colletta "Pro tempore belli".
Ma quanto è naturale e giusto che il popolo Toscano in quest'ora suprema si prostri davanti a Dio, nelle mani del Quale sono le sorti delle battaglie, altrettanto è desiderabile che le dimostrazioni religiose, alle quali potessero dar motivo gli eventi della guerra, riescano gravi, ordinate, solenni, rispondano in tutto alla grandezza dei fatti che si maturano,e a quel sentimento di umile gioia e di profonda riconoscenza colla quale l'uomo riferisce a Dio l'adempimento di ogni suo desiderio.
Con questo intendimento dunque e a fine d'impedire che sotto pretesto di religione si turbi l'ordine pubblico, con riunioni inopportune e tumultuarie, il Governo Provvisorio invita la S.V. Illustrissima e Reverendissima a non permettere che nessuna insolita funzione religiosa si celebri nella sua Chiesa senza avere prima deliberato coll'Autorità governativa.
Il Governo Provvisorio coglie di buon animo questa prima occasione che gli si offre di mettersi in comunicazione coll'Episcopato Toscano per significare alla S.V. Illustris. e Reverendiss. Quanto nell'adempimento dei suoi gravi e difficili doveri Egli conti sull'attiva sincera cooperazione del Clero.
E veramente a confermare il buon spirito del quale le popolazioni toscane hanno dato finora prova così luminose, nulla potrà tanto valere quanto lo zelo perseverante del Clero custode e maestro d'una dottrina che si chiama Cattolica od Universale, perché sovrasta a tutte le fazioni politiche, perché si concilia con tutte le forme che la civile società degli uomini può rivestire nelle diverse e mutabili condizioni dei luoghi e dei tempi; di una dottrina che tutte quelle forme penetrando dello spirito suo, può tutte ugualmente santificarle; che i fatti in qualunque modo avviati e proseguiti, ma irrevocabili, può sempre indirizzare e condurre a buon fine.
Nella speranza che la S.V. Illustr. E Reverend. Vorrà degnarsi di accuasre il ricevimento della presente, nella maggiore venerazione passo a segnarmi
Della S.V. Illustrissima e Reverendissima
Firenze 3 Maggio 1859
Devotiss. Serv.re
Celestino Bianchi
Segret. Gen. Del Governo Provvisorio Toscano
Visto: U Peruzzi "
(Affari generali del Governo dell'Elba 1859-1860.Doc 15-100."Circolari da 1 a 42".Archivio storico comune Portoferraio)
Celestino Bianchi è segretario generale del Governo Provvisorio Toscano e U. Peruzzi è uno dei tre componenti il direttorio di questo nuovo governo.
Il documento è molto interessante perché mette in evidenza quanto la nuova amministrazione dello stato Toscano (Governo Provvisorio Toscano insediatosi immediatamente dopo la fuga da Firenze del granduca) voglia coinvolgere il clero: non bisogna dimenticare che il clero risponde al papa che è capo di uno stato, quello pontificio, confinante col toscano.
Teme il Governo Toscano Provvisorio che "sotto pretesto di religione si turbi l'ordine pubblico con riunioni inopportune e tumultuarie".
Da qui non un ordine ma un invito ad ogni parroco affinchè non permetta "che nessuna insolita funzione religiosa si celebri nella sua Chiesa senza aver prima deliberato coll'Autorità governativa" .
E' questa la prima occasione con la quale il Governo Provvisorio Toscano si mette in comunicazione col clero toscano: ce ne saranno altre.
Marcello Camici