“Sta il castel del Volterraio tra le nubi in faccia al mar [...]”, così recita il primo verso di una ballata popolare che descrive la rocca medievale, affacciata sul versante orientale del golfo di Portoferraio, e che da secoli ha assunto connotati leggendari. A tale proposito sabato 04 giugno scorso, presso la sede dell’Ente Parco, in loc. Enfola di Portoferraio, si è tenuto un convegno legato a “Il Progetto del Volterraio nel paesaggio storico dell’Isola d’Elba”, in occasione della celebrazione del ventennale del Parco Nazionale Arcipelago Toscano. L’evento ha visto protagoniste numerose professionalità, coinvolte per confrontarsi sull’avvenuto recupero e valorizzazione di un sito di notevole interesse storico, naturalistico: il castello del Volterraio. Degni di nota sono stati gli interventi del Presidente del PNAT, dott. Giampiero Sammuri e del Presidente di Italia Nostra Arcipelago Toscano, dott.ssa Cecilia Pacini che hanno condiviso e sostenuto l’importanza di far rivivere un simbolo della comunità elbana, sottolineando come sia possibile, seppur nella sua parzialità, restituire ai cittadini la fruibilità di un luogo, da essi vissuto ma spesso sottovalutato. Nell’ottica di una maggiore consapevolezza e di una nuova sensibilità percettiva si è inserita la riflessione del dott. Gianni Anselmi, Consigliere della Regione Toscana, che ha auspicato il “consolidamento” dei legami tra le istituzioni e la salvaguardia del patrimonio ambientale, evidenziando la necessità di aggiornare il sistema della tutela, chiamando in causa il ruolo svolto dall’associazione Italia Nostra e dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Quest’ultimo si presenterebbe come elemento progettuale e strategico nel mobilitare finanziamenti, sorretti da una volontà politica che sia in linea con il rispetto della qualità, della funzionalità e sostenibilità dei beni coinvolti. Priorità al territorio e alla sua storia, quindi, sembra essersi concretizzato nel recupero della fortezza del Volterraio, considerazione, questa, sostenuta dall’assessore comunale Angelo Del Mastro, che ha illustrato ulteriori progetti legati alle ricchezze “ignorate” di Portoferraio, quali l’apertura permanente della villa delle Grotte, il percorso della Rada quale cammino ideale, poiché unirebbe la villa della Linguella al Volterraio. La riscoperta del Castello ha posto l’attenzione sul cambiamento in atto dei temi quali la tutela, il patrimonio culturale e gli istituti museali, argomenti trattati nel dibattito aperto dal Presidente del Consiglio Superiore Nazionale per i Beni Culturali e Paesaggistici, dott. Giuliano Volpe e dal Direttore generale Musei Mibact e Soprintendenza per i beni archeologici dell’Emila Romagna, dott. Valentino Nizzo. A riguardo sono stati messi in risalto concetti che, pur condivisibili, non sono ancora compresi e perseguiti pienamente, quali il recupero dell’identità del cittadino in termini di eredità e responsabilità, promuovendo la personalizzazione della fruizione culturale e la conoscenza presso la comunità d’appartenenza; la concezione di paesaggio come elemento stratificato da preservare e valorizzare; i poli museali, visti non come luoghi asettici per pochi eletti, ma come strumenti di trasmissione e condivisione di saperi, nati dalla capacità di interpretare la realtà in modo dinamico e consapevole. In relazione a quanto detto durante l’incontro si sono distinti anche gli interventi del prof. Franco Cambi, archeologo dell’Università di Siena, e del prof. Marco Benvenuti, geologo dell’Università di Firenze, fornendo un esempio di sinergia tra ricerca storica e conoscenza scientifica, concretizzatosi nel progetto “Storie dalla Rada di Portoferraio: ricerca, valorizzazione e comunicazione”, in cui al contesto mitico-letterario si sono intrecciati interessanti spunti sulla natura fisico-chimica del territorio elbano, ancora ricco di sorprese. A conclusione dell'evento presentato si è compreso che innovare e reinventare il modo di raccontare il passato è ciò che definisce il dialogo tra il contesto storico-naturale, i cittadini e gli enti interessati come musei, parchi, associazioni quali Italia Nostra e il Fai; pertanto ci si augura che l’esempio del Volterraio sia il primo di una futura serie di interventi, atti a incuriosire ed emozionare i fruitori di un’isola tutta da custodire e conoscere profondamente.
Bianca Maria Ciaponi, Socia di Italia Nostra Arcipelago Toscano