Il De André Day di San Piero non è mai uguale a sé stesso ed è questa diversità nella continuità che ne costituisce il vero "punto di forza" che sostanzia il suo essere in pratica da 18 anni l'unica certezza nell'incasinato, saltabeccante, sovrapposto e scoordinato calendario delle manifestazioni spettacolari elbane.
Ogni volta che in una serata di agosto i musicisti salgono tutti insieme sul palco di Piazza di Chiesa per congedarsi dal pubblico con una canzone di Faber è chiaro a tutti, quasi scontato che lo spettacolo è solo "momentaneamente" interrotto, che quello è solo un intervallo di 364 giorni o giù di lì che inizia, e poi la musica ricomincerà, con gli stessi musicisti (in parte) con altri nuovi che debutteranno.
E' soprattutto di contrasto creativo, che si nutre la kermesse prodotta da un minuscolo paese che riesce a essere molto meno "provinciale", banale, scontato della insulare concorrenza, offrendo al mondo vacanziero e non, qualcosa creato da una mente, che, come recita un noto aforisma, al pari di un paracadute funziona meglio se è aperta, e lo sa benissimo Alessandro Beneforti ideatore ed ormai quasi "padre nobile" del De André Day.
Ed stato sale del D.A.D. 2016 l'apparente contrasto tra l'apertura struggente, con il sottofondo della voce di Jacopo volato nel blu (ma ci sarebbe poi spazio anche per ricordare la Federica di Roul Soria), e la immediatamente successiva, festosa invasione del palco dei 30 bambini della Scuola "Battaglini" preparati, e guidati sul palco dallo "Scapestrato" Francesco Porro durante il Campo Solare a cantare la ritmica esplosione di gioia del "Volta la Carta", con la usuale-nuova "macchina scenica" di Carlo Dotto a far da sfondo.
Da lì i gruppi si sono alternati sul palco, dove a menare le danze presentatorie erano l'inossidabile Federico Regini e Mavi Conti, con due intermezzi "spiazzanti" per chi si attendeva il tradizionale "ospite d'onore" musico, ed hanno scoperto che la sorpresa di quest'anno era costituita invece da un poeta: il graffiante Guido Catalano (anche lui "un figlio dei contrasti") capace a tratti di incantare le centinaia e centinaia di spettatori presenti nella piazza-anfiteatro e nelle stradine affluenti, con un'affabulazione a tratti funambolicamente sospesa tra la divertente ironia e la la tristezza; un po' come la vita, con un cambio di registro che prendeva verso diverso ad ogni verso.
Abbiamo scritto dell'inizio e della fine, non distribuiremo apprezzamenti o critiche, resta, quello sì da elencare gli artisti che hanno suonato:
I 30 BAMBINI DEL CAMPO SOLARE
GABRIELE UCCELLI
LONTANO DA QUI
Elisa Castells, Susanna Di Scala, Alessandro Balestrini, Matteo Uccella, Michele Bellanova, Bea Fanari, Carla Corsi, Piero Pasini, Veronica
BWP LARGHE INTESE EXPLOSION
Alex Beneforti, Marcello Soria, Marco Mortula, Francesco Manzi, Giulio Visibelli, Mavi Conti, Luisa Quaglia
Un corale "bravi" a tutti a quelli, ai professionisti che hanno rinunciato ai guadagni di una serata, per compiere l'ennesimo (meritato) omaggio al grandissimo cantautore e poeta (o viceversa) genovese, a quelli, come Luisa, che di solito fanno altro, e solo al De André Day vengono a cantare.
Non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo, ma arrivederci al 2017, sperando (ma temiamo che sia un periodo ipotetico della irrealtà) che le Amministrazioni Comunali e i privati che organizzano manifestazioni spettacolari, mettano quei pochi grani di sale in zucca necessari a stendere un calendario isolano degli eventi, senza vicendevole calpestamento di piedi.
Sergio Rossi
(video di M.Teresa Grassi)