Il 27 dicembre Nella Saletta dei Cristalli a San Piero in via della porta 6 (ore 21,30) Incontro con Giorgio Giusti delegato alla Cultura del Comune di Campo nell’Elba, per parlare del Medioevo campese in particolare dell' Antico borgo di San Piero.Uno spaccato interessante di un mondo così lontano ma ancora così vicino alla nostra storia
i documenti ritrovati dal Giusti del Fondo Boncompagni-Ludovisi, tratti dall’Archivio segreto Vaticano hanno così svelato l’origine e il significato dello stemma in granito che sovrasta il portale dell’ex Palazzo di Giustizia di San Piero, fino ad oggi sconosciuto.
Questo stemma, raffigurante due torri - con ogni probabilità quelle di Marciana Marina e di Campo - e due volatili forse a simboleggiare i due paesi montani di San Piero e Sant’Ilario, è identico a quello rinvenuto nei documenti del Fondo. Ciò ci permette dunque di attribuirlo al consultore Pavolini e di individuarlo storicamente attorno al 1750, poiché nelle carte che ho avuto modo di consultare la data riportata è quella del 4 settembre 1752.
Non solo. Emergono inoltre le controversie tra la Curia Vescovile di Massa e Populonia e gli anziani di San Piero per non aver obbedito agli ordini impartiti ai fedeli della comunità nel 1637 dal vescovo Malaspina, che aveva chiesto loro di prendersi cura della “Ecclesia di Sancti Petri in castri Sancti Petri de Campo” che a suo parere versava in quegli anni in “condizioni vergognose”.
Il vescovo minacciò di trasferire tutti i beni della chiesa di San Piero nella vicina Sant’Ilario, decisione che fu fortemente osteggiata e che la dice lunga sui campanilismi e sulle rivalità che animavano già allora i rapporti tra le due vicine comunità.
E poi ancora il ritrovamento di due carte acquerellate dell’Elba e del comprensorio di Portoferraio di pertinenza dei Medici con i nove termini che ne delimitavano il territorio, ma anche il rinvenimento di un manoscritto sulla visita del Governatore generale Ferri del Principato di Piombino del 1738, già oggetto di una pubblicazione curata da Ilaria Monti che si avvalse della collaborazione dell’allora delegato alla Cultura del Comune, Fulvio Montauti, cui va il nostro riconoscimento non essendo più tra noi.