Dopo il grande successo della mostra “… SE TORNASSE OGGI”, progetto multimediale legato all’Elba e ad alcuni dei suoi figli illustri, esposizione fotografica, supporto audiovisivo ed installazione evocativa dei personaggi che si è tenuta ne giorni scorsi alla Telemaco Signorini di Portoferraio, abbiamo deciso, per chi non è potuto venire, o per chi vuol rivedere, e riascoltare con più calma, le storie dei nostri 11 personaggi illustri che in passato hanno vissuto nella nostra isola e che OGGI potessero per un giorno tornare, che cosa direbbero dell’attuale modernità? Quali le loro considerazioni sul tempo attuale?
Continuiamo con Maria Walewska raccontata da Paolo Ferruzzi
Era il pomeriggio luminoso del 1° settembre 1814. Napoleone scrutava con il cannocchiale l'orizzonte da un'altura sopra il Romitorio della Madonna del Monte in quel di Marciana. Quando vide la sagoma di un vascello diede subito l'ordine che fossero preparati a Portoferraio una vettura con quattro cavalli e sei cavalli da sella che attendessero le persone che dovevano giungere. E soprattutto che tutto avvenisse con la maggior discrezione possibile per non far sapere a nessuno di questo misterioso arrivo.
Calava la notte quando i viaggiatori sbarcarono: erano la Contessa Maria Walewska, il piccolo Alessandro avuto dalla relazione con l'Imperatore, la sorella e il fratello colonnello.
Chiaramente la cosa non passò inosservata e in breve tempo si sparse la notizia sbagliata che all'Elba era giunta l'Imperatrice Maria Luisa con il piccolo Re di Roma.
Invece era Maria: piccola, snella, bionda, dalla carnagione di latte. Degli occhi immensi, azzurri splendevano sul suo viso e davano qualche cosa di piccante alla sua dolcezza.
Maria conobbe Napoleone ad un ballo a Varsavia il 1° gennaio 1807. Dapprima, spinta dall'aristocrazia polacca e con il beneplacito del vecchio marito - il Principe Colonna Walewsky, Maria era andata verso di lui con lo slancio di una patriota che vedeva in Napoleone il liberatore della sua disgraziata patria; poi aveva finito per amarlo con tutta la passione dei suoi diciannove anni e le aveva dato un figlio, il piccolo Alessandro. Ora, a ventisei anni, quando tutti lo rinnegavano, lei tornava all'Elba quale umile donna che gli aveva dato solo sé stessa senza calcoli alcuni.
Si incontrano a Procchio, dei brevi saluti e via verso Marciana. Giungono alla Madonna del Monte che è già tardi. Sotto la tenda da campo è apprestata la cena che Napoleone vuole servire alle dame, scherzando con gli ospiti che risvegliano in lui dolci ricordi.
Poi al lume delle torce Napoleone accompagna le dame alle stanzette che sono state preparate all'interno del romitorio. Nella notte è iniziato a piovere e il fido Alì vede un'ombra che esce dalla tenda, si dirige alla porta dell'eremo e vi sparisce. Un lampo illumina il suo Imperatore che ritornerà solo all'alba.
La mattina ha una luce radiosa. Napoleone e Maria salgono a cavallo e vanno da soli su per la montagna. Ed è forse lì che Maria lo informa delle condizioni della Francia, degli errori che stanno commettendo i Borboni, del malcontento della popolazione o del desiderio di rimanere lì con lui. Ma Napoleone desiste, il momento non è ancora opportuno e la visita di Maria deve essere breve.
La sera stessa Maria riparte portando un messaggio per Murat. Napoleone saluta non senza emozione l'amica delle buone e tristi fortune, prende in collo il piccolo Alessandro e lo bacia dicendo: "Addio, caro fanciullo del mio cuore!".
I due amanti si rividero solo il giorno che precedette la partenza dell'Imperatore per l'esilio definitivo sull'Isola di Sant'Elena.