L’ALBA DELL’UNITA’ D’ITALIA ALL’ELBA (1859-1860)
Il 10 gennaio 1860 Bettino Ricasoli scrive ai gonfalonieri della Toscana una lettera che arriva anche al gonfaloniere di Portoferraio
“Illustrissimo Signore
Il regolamento Comunale emanato il dì 31 dicembre prossimo decorso,trova già costituite le nuove
Rappresentanze municipali,e al Governo troppo importa che questo ritorno alle pubbliche libertà sia fecondo dei beni sperati ,per rassegnarsi ad esserne spettatore indifferente.
Vuole perciò che siano fatti palesi i suoi intendimenti affinchè il pubblico non li fraintenda e le Autorità sappiano come procedere nell’applicazione di una Legge, la quale per le condizioni in cui siamo, deve essere considerata più che una legge una Legge amministrativa.
Il governo che ha piena fiducia nei principi di libertà dai quali sono informati tutti i suoi atti, intende che le Rappresentanze Comunali usino con tutta indipendenza delle facoltà loro attribuite dal Regolamento, il Governo non si diparte dallo spirito che informò la sua Circolare diretta ai Gonfalonieri sul cadere dell’ultimo anno; non vuole restringere con sospetto quei limiti che la ragione e la necessità di armonia trale varie istituzioni dello Stato impongono alla Rappresentanze Comunali;non vuol togliere di soppiatto con una mano quello che palesemente concede coll’altra. Questa triste politica è tanto lungi dai suoi intendimenti che io la denuncio pubblicamente corruttrice di tutti gli istituti di libertà ed ingiungo ai Prefetti di guardarsene nell’applicazione del Regolamento, come se ne riguarderà il Ministero
dell’Interno,rompendo risolutamente ogni contraria tradizione.
Il regolamento appunto perché legge transitoria, ha dovuto procedere con molto riserbo per non
pregiudicare questioni di futuro ordinamento interno, che soltanto al Parlamento Nazionale spetterà di definire.
Ma il Regolamento Comunale, sebbene privo del carattere di legge definitiva, pure ha dovuto supporre uno stato normale di cose, una pienezza di ordini politici ed amministrativi, che oggi non abbiamo.
Perciò in certe disposizioni vuolsi applicare con quel discernimento che fa le Leggi adottate ai tempi. A modo di esempio, oggi, che tutto il paese è commosso per aiutare il costituirsi della Nazione, e che non vi è un Parlamento Nazionale che tratti di questioni politiche non si potrà ragionevolmente pretendere che le Rappresentanze comunali uscite dalle elezioni contemplino mute l’agitarsi delle sorti della patria, e si astengano da ogni atto che non sia puramente amministrativo.
Così il Regolamento supponendo attuate le Rappresentanze Provinciali, limitò il numero delle sessioni dei Consigli generali dei Comuni, affinchè con troppe frequenti adunanze non si abusasse di soverchio della buona volontà dei cittadini e le cure dei negozi pubblici non togliessero modo di provvedere ai privati.
Ma oggi che non esiste rappresentanza provinciale e che molte consulte sono necessarie per avviare sulle nuove norme le amministrazioni dei Comuni, ragion vuole che si defletta da quel rigore, ed io non esito nel prescrivere alle Prefetture che autorizzini fin da ora a fare quante adunanze occorrono di Consigli generali…
B. RICASOLI”
Affari generali del governo dell’isola d’Elba. Doc 11-300. Circolari dispositive e normative da 1 a 79. Circolare n 5. Anno 1860. Archivio storico comune Portoferraio)
Marcello Camici