Ci domandiamo se il pensionamento di alcuni dipendenti pubblici possa essere considerato un evento tanto inatteso e sorprendente da non consentire di programmare con largo anticipo una possibile soluzione del problema che inevitabilmente sarebbe arrivato: come coprire i turni per garantire l’orario di apertura di un museo nazionale?
Ma almeno la pubblica amministrazione (leggasi il Governo) non avrebbe dovuto garantire un turnover del personale? Chi va in pensione non dovrebbe essere sostituito da personale giovane e in cerca di lavoro?
Già lo scorso anno, quando è andata in pensione la direttrice delle residenze napoleoniche (30 agosto 2018) non si è provveduto alla sua sostituzione e ad oggi siamo tuttora senza un referente. Ma di questo non si è occupato nessuno.
Ora la notizia che dal 1 aprile la Residenza napoleonica “Villa San Martino” resterà chiusa a giorni alterni per carenze di personale ha destato qualche preoccupazione.
Ci troviamo di fronte ad una forte limitazione degli orari di visita e, cosa ancora piu preoccupante, all’incertezza per la programmazione futura.
Cosa succederà ancora, nel 2020 su quali giorni di apertura si potrà contare? Ad oggi nessuna apertura straordinaria (a pagamento) viene autorizzata. L’Elba perde di sicuro uno dei suoi maggiori attrattori turistici, il museo di San Martino, secondo solo agli Uffizi come numero di visitatori in Toscana.
C’è bisogno di un intervento istituzionale forte, tutti uniti per affrontare la questione ai livelli più alti e trovare una soluzione.
Non possiamo certo accontentarci di un laconico comunicato del comune di Portoferraio che dice di aver offerto collaborazione due anni fa al direttore del Polo museale senza riscontro alcuno (Luigi Cascio? Se si è scritto a questo indirizzo non ci stupiamo che nessuno abbia risposto, dato che il direttore si chiama Stefano Casciu).
In questi due anni cosa altro si è fatto per arrivare ad una soluzione concreta e alla redazione di un reale accordo tra le parti?
Ma la cosa piu sorprendente è leggere che il Comune e, nello specifico, l’assessore per la cultura si sarebbe reso disponibile a “individuare personale di supporto per aperture in orari diversi da quelli canonici, perché nei mesi estivi nelle ore di fine mattinata e primo pomeriggio la presenza di visitatori è scarsissima, aprendo per esempio nelle ore serali e si era reso anche disponibile ad effettuare interventi di manutenzione ordinaria, in particolare del verde, in cambio di parte degli introiti da bigliettazione”
Con quale coraggio si fa questa proposta quando a Portoferraio la Pinacoteca è stata affidata, per due anni, a privati senza bando per garantire una minima apertura e, tutti gli altri musei civici gestiti dalla partecipata Cosimo de Medici osservano orari ben piu brevi di quelli statali.
Tutti sono aperti solo da Pasqua al 2 novembre (l’inverno tutto chiuso anche il week end). In stagione il teatro dei Vigilanti- Renato Cioni aperto solo 6 ore e 40 minuti al giorno e l’intera area archeologica della Linguella chiusa dopo le 18.40 anche in pieno agosto. E poi si auspica anche lo sviluppo di "un turismo diverso da quello meramente estivo e di superare la visione dell’isola d’Elba come spiaggia e mare". Ma in che modo?
Il Comune di Portoferraio deve attivarsi con autorevolezza, insieme agli altri comuni e alla Gestione Associata del Turismo, sostenuto da tutte le associazioni di categoria e operatori turistici. Solo così possiamo sperare che la questione del personale, della gestione dei servizi aggiuntivi (bar e book shop), e della manutenzione dei musei venga affrontata una volta per tutte.
Chiediamo che la presente mozione venga posta in votazione ed impegni l’Amministrazione comunale a svolgere un ruolo che gli compete, di capofila, tra tutti gli enti e i soggetti interessati fino ad arrivare ad un confronto con il Ministero.
Gruppo Consiliare PD di Portoferraio