Riassunto delle puntate precedenti. La Convenzione di Faro (http://musei.beniculturali.it/wp-content/uploads/2016/01/Convenzione-di-Faro.pdf), è fondamentale per l’isola, per l’Arcipelago e per la conservazione delle memorie del paesaggio: organismo complicato e vivente, con mille facce, fatto di molte cose. Dopo avere parlato di convenzione di Faro, di rada di Portoferraio, di Elba del ferro, concludo con alcune, modeste proposte di valorizzazione per l’Elba occidentale.
Ne parleremo anche venerdì 23 agosto alle ore 21.30, a Marciana Borgo d’Arte.
Divisa in tre territori comunali (Campo nell’Elba, Marciana, Marciana Marina), per una estensione di 97 kmq (escludendo Pianosa), l’Elba occidentale forma un contesto che, quantunque unitario dal punto di vista geologico e geomorfologico, rivela una straordinaria complessità dai punti di vista storico, archeologico, urbanistico, architettonico, etnografico.
Un lavoro di mappatura del patrimonio territoriale è tanto complesso quanto necessario.
Manca un databaseo archivio relazionale dei documenti storici, geografici, geologici, archivistici, toponomastici e archeologicinoti, che contenga anche le cartografie analogiche e digitali, le foto aeree e le immagini satellitari. All’interno di questo database o tessuto di informazioni generali, va posto l’accento sulle aree con elevate aspettative di valorizzazione culturale. La tabella seguente, tutt’altro che esaustiva, serve semplicemente a dare l’idea delle enormi risorse presenti, solo dal punto di vista storico-culturale. Oltre a questo vanno considerati i numerosi geositi, le occorrenze ambientali, la viabilità storica (sentieristica).
Comune |
Campo nell’Elba |
Marciana |
Marciana Marina |
Chiese, Pievi e Santuari |
San Giovanni, Santa Maria alle Piane del Canale, San Mamiliano, San Niccolò, Sant'Ilario.
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Santa Caterina, San Sebastiano, San Lorenzo, San Liborio, Madonna del Monte, San Cerbone San Niccolò a Poggio, San Defendente-Poggio, San Bartolomeo, San Frediano, San Biagio, San Benedetto |
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Siti archeologici di rilievo |
Necropoli di Piane alla Sughera, Sito neolitico del Masso alla Guata, Sassi Ritti, Monte Còcchero, Pietra Murata, Le Mure, Castiglione di Campo, Cava di granito di Seccheto |
Monte Castello di Procchio, Masso dell’Aquila, Scoglio della Paolina, Serraventosa, Madonna del Monte, San Bartolomeo |
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Urbanistica |
Poggio, Faro di Patresi |
Cotone |
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Fortificazioni |
Fortezza di Marciana |
E’ molto importante la ricostruzione della viabilità storica (precedente all’apertura delle strade rotabili) su base cartografica e archivistica. Bisogna rilanciare lapartnership con i molti, e valenti, studiosi e associazioni culturali radicati nella comunità locale.
La ricerca deve essere accompagnata da appropriate letture e interpretazioni delle fotografie aeree e delle immagini satellitari, utilizzando anche le analisi LIDAR (Laser Imaging Detection and Ranging), che, “ripulendo” virtualmente le superfici dalla vegetazione,consentono di individuare eventuali strutture archeologiche sepolte.
Bisognerebbe, poi, fare una ricognizione storica e archeologica intensiva dei territori, impegnando un gruppo di 6 persone per due anni, mappando insediamenti archeologici noti oppure del tutto ignoti, creando un sistema informativo di ampia utilità pubblica e sociale.
Tutte queste informazioni devono poi essere restituite alla comunità locale, con conferenze pubbliche ad uso e beneficio della cittadinanza e delle scuole, con l’apertura di nuovi canali di comunicazione, con pubblicazionescientifica dei dati. Da questo progetto possono scaturire ulteriori sviluppi: l’aggiornamento del Museo Archeologico di Marciana, la creazione di un Centro di Documentazione “Storie dall’Elba occidentale”, un progetto editoriale per un volume destinato alla Comunità locale e ai turisti, itinerari ambientali e culturali per trekking e mountain bike, attività ricreative e di svago con profilo ambientale e storico-culturale: living history e reenacting.
Gli obiettivi sono gli stessi indicati nei miei precedenti scritti su questo giornale e altrove: formazione avanzata per neo-laureati con laurea magistrale, formazione per operatori e guide di parco ambientale, archeologico, naturalistico, approfondimento per insegnanti, approfondimento culturale per operatori del settore turistico, diffusione culturale generale per gli abitanti e per i visitatori.
Che cosa fare a Marciana e per Marciana? C’è da fare molto.
Non posso esimermi dalle cinque parole chiave che hanno accompagnato anche i cinque precedenti contributi.Le parole chiave, stavolta un po’ più motivate, sono:
1. Ricostruire ambienti e storie. Un mondo, piccolo o grande, è fatto di storie, di stratificazioni, di emergenze monumentali, di oggetti, di memorie e di spazi, di idee, di tradizioni, di cultura.
2. Valorizzare e tutelare il patrimonio paesaggistico. Ogni territorio, ogni spazio, ha proprie, particolari risorse, che scaturiscono da quella particolare geografia e la rendono diversa dalle realtà circostanti. Ognuno di questi spazi ha cose in comune e cose diverse rispetto agli spazi circostanti, per cultura, tradizioni, produzioni agroalimentari. Per ogni emergenza sopravvissuta e conservatasi fino ai nostri giorni, tante altre sono scomparse. Alcune potranno essere recuperate attraverso le ricerche di storici, archeologi, archivisti, storici dell’arte, studiosi di etnoantropologia e di tradizioni popolari. Di altre sapremo che sono esistite e sono state anche importanti ma non riusciremo a definirne i profili. Di altre ancora, infine, non sapremo mai niente, neanche che ci sono state.
3. Comunicare, coinvolgere, partecipare. Bisogna chiamare la comunità a partecipare alla scrittura del racconto, ad assumere, da comunità di eredità, un ruolo attivo nella ricostruzione storica, anche mettendo a disposizione le proprie memorie: ricordi, narrazioni, immagini, tradizioni, consuetudini. Devono partecipare le scuole, gli imprenditori locali (agricoltura, enologia, manifattura, turismo). Anche i turisti fidelizzati con il territorio devono avere un ruolo in questa ricostruzione.
4. Diffondere la conoscenza ambientale e culturale.
5. Camminare nel paesaggio contemporaneo alla ricerca dei paesaggi del passato. Il paesaggio contemporaneo è molto diverso da quelli del passato ma ne è, in un certo senso, il riepilogo. Nella contemporaneità dobbiamo ritrovate le tracce dei molti e diversi passati che ci sono stati, farne una ricostruzione e in una narrazione convincenti e per tutti.
Forse mai nessun Parlamento di questo Paese ratificherà mai la Convenzione di Faro. Ma in fondo, questa Convenzione è una sorta di esortazione a muoversi dal basso. Nulla o nessuno vieta che una comunità, se lo desidera, decida di farsi da sola comunità di eredità.
Franco Cambi