Nel 1924 il poeta André Breton pubblica a Parigi il manifesto del Surrealismo in cui definisce il movimento artistico in questi termini:
“Automatismo psichico puro, attraverso il quale ci si propone di esprimere, con le parole o la scrittura o in altro modo, il reale funzionamento del pensiero. Comando del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale.”
Un ruolo importante viene assunto dall’immagine, capace di manifestare l’inconscio in maniera originaria: “l’immagine è una creazione pura dello spirito che nasce dall’accostamento di due realtà più o meno distanti”.
L’arte surrealista ha quindi il pregio di costringere lo spettatore ad andare al di là di ciò che l’occhio vede, per mostrare una realtà diversa che esiste in un universo che non può essere toccato, ineffabile come un sogno o reale come il mondo visto con gli occhi di bambino.
La fotografia riveste un ruolo di primo piano nella teoria e nella pratica surrealista; attorno alla produzione meccanica della realtà si confrontano i nodi della concezione surrealista dell’immagine. Il suo fascino principale consisteva nell’aver fornito uno strumento obiettivo per svelare il fortuito, l’imprevisto nella realtà quotidiana, verificando così l’emergenza involontaria dell’inconscio nelle trame del visibile.
Se Breton proponeva di fabbricare “alcuni di quegli oggetti che si scorgono nei sogni”, noi, prendendo spunto dall'opera “Oggetti a funzionamento simbolico” realizzata da Salvator Dalì nel 1930 (dipendono soltanto dall'immaginazione amorosa di ciascuno e sono extraplastici) e dal manifesto di Breton, abbiamo realizzato una serie di immagini divise in 4 capitoli:
1) Il Sogno Buio
2) Il Sogno Liquido
3) Il Cadavere Squisito
4) Il Dittico Sdimensionato
“Quando ti addormenti con una macchina fotografica sul cuscino può capitare che a quella macchina spuntino le ali che ti porteranno in un viaggio nel mondo dei sogni dove lo scatto dadaista interiore ti proietterà ai confini dell'esistenza nella ricerca surrealista del tuo IO”
Laboratorio Phoft Stories 2019:
Ideazione e direzione:
Alessandro Beneforti / Phoft Studio
Allievi:
Azzurra Anella, Nadia Bencetti, Paolo Calcara, Aurora Ciardelli, Massimo Forti, Sivia Medici, Fabio Nuccetelli e Michela Pileri.
Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.benefortiphoto.net