Cosa possiamo augurare a un bambino che si affaccia alla vita? Sicuramente un'esistenza realizzata e all'insegna della pace (1).
E' anche per questo che, all'inizio di un nuovo anno, è necessario riflettere e impegnarsi per la Pace.
Nel tradizionale messaggio per la Giornata mondiale della Pace (giunta alla 53ma edizione), papa Francesco parla della Pace come di un cammino di speranza, connesso alla realizzazione del progetto di fraternità umana.
Di fronte alle tante violenze, alle ingiustizie e alle guerre (con il rischio crescente del pericolo nucleare), occorre impegnarsi per il dialogo, la riconciliazione e la conversione ecologica. E' solo così che si diventa "artigiani della pace", capaci di avviare e gestire processi che richiedono tempo, ma che consentono di pensare la pace, oltre che realtà personale, come una costruzione sociale, in divenire e partecipata (2).
In questo orizzonte, si sviluppano le azioni concrete, in ogni campo della vita: dalla riconciliazione all'economia umanizzante, dal dialogo all'attenzione ai più deboli, dall'educazione alla politica.
La speranza di pace richiede pazienza e fiducia, quindi apertura, inclusione e continuità. Nella convinzione che "si ottiene tanto quanto si spera" (san Giovanni della Croce, XVI sec., citato da Francesco).
Tutto questo vale per ogni uomo, in quanto appartenente all'unica famiglia umana. A ciascuno, infatti, è rivolto l' "appello alla coscienza morale e alla volontà personale e politica".
Il cristiano, consapevole della comune paternità divina e, di conseguenza, della fraternità umana senza esclusioni, si lascia ispirare dall'Amore - lo Spirito divino - nell'essere artigiano di giustizia e di pace (3). Di quella pace che è dono di Dio affidato alla responsabilità dell'uomo.
Nunzio Marotti
(1) "Che ogni persona, venendo in questo mondo, possa conoscere un’esistenza di pace e sviluppare pienamente la promessa d’amore e di vita che porta in sé." (Francesco, Messaggio per la Giornata mondiale della Pace 2020, n.5).
(2) "Il processo di pace è quindi un impegno che dura nel tempo. È un lavoro paziente di ricerca della verità e della giustizia, che onora la memoria delle vittime e che apre, passo dopo passo, a una speranza comune, più forte della vendetta. In uno Stato di diritto, la democrazia può essere un paradigma significativo di questo processo, se è basata sulla giustizia e sull'impegno a salvaguardare i diritti di ciascuno, specie se debole o emarginato, nella continua ricerca della verità. Si tratta di una costruzione sociale e di un’elaborazione in divenire, in cui ciascuno porta responsabilmente il proprio contributo, a tutti i livelli della collettività locale, nazionale e mondiale." (Idem, n.2).
(3) "Per i discepoli di Cristo, questo cammino è sostenuto anche dal sacramento della Riconciliazione, donato dal Signore per la remissione dei peccati dei battezzati. Questo sacramento della Chiesa, che rinnova le persone e le comunità, chiama a tenere lo sguardo rivolto a Gesù, che ha riconciliato «tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli» (Col 1,20); e chiede di deporre ogni violenza nei pensieri, nelle parole e nelle opere, sia verso il prossimo sia verso il creato. La grazia di Dio Padre si dà come amore senza condizioni. Ricevuto il suo perdono, in Cristo, possiamo metterci in cammino per offrirlo agli uomini e alle donne del nostro tempo. Giorno dopo giorno, lo Spirito Santo ci suggerisce atteggiamenti e parole affinché diventiamo artigiani di giustizia e di pace." (Idem, n.5).