Sul pianoro delle Bocche, ampio crinale che dal Monte Perone scivola verso il mare in perfetta direzione nord e sul quale insistono i resti del recinto in pietra di un «caprile», si trova un monolite abbattuto lungo 2,85 metri. Fin qui, nulla di rilevante. Ciò che lo rende particolare è il fatto che sia inopinatamente di granodiorite, quindi estraneo al circostante contesto geologico che è invece costituito esclusivamente da scure rocce basaltiche. La sua esistenza mi venne accennata, nell’ormai lontano 2006, da Alberto Mazzei.
Ricordo ancora la sua essenziale descrizione: «È di granito, e lassù, di granito, non ce n’è davvero; ce l’avranno portato». E la sua esistenza fu per la prima volta resa nota nel mio libro «Synoptika», pubblicato nel 2008.
Il monolite, come già detto, giace in posizione orizzontale sul terreno; è posto esattamente sul limite settentrionale del pianoro, presso una sorta di piattaforma naturale di rocce basaltiche, all’altitudine di 442 metri. Il monolite delle Bocche merita in ogni caso una giusta attenzione, considerata la sua collocazione al limite estremo del pianoro, la sua natura granodioritica e la sua forma particolarmente allungata come quella di un classico «menhir» (coevo ai protostorici Sassi Ritti sanpieresi o più recente segnacolo per il confine del pascolo caprino?).
Silvestre Ferruzzi