Un giorno come tanti, mentre coltivavo i campi, venne da me un suddito del re e mi disse che dovevo organizzare una spedizione per scoprire nuove terre ed io accettai molto volentieri. La mia ciurma era formata da Jim perché ha abili prestazioni nel leggere i portolani, Rodolf per tutti i viaggi che aveva fatto, Miguel per saper muovere bene il timone e per ultimo ma non meno importante Gerardo per le conoscenze che aveva del territorio. L’equipaggio non era abbastanza numeroso per poter affrontare una spedizione, ma il re decise che non avevano bisogno di altri uomini. Arrivò il giorno decisivo, partimmo a mezzogiorno spaccato dal molo con una caravella mai stata usata. Durante il viaggio, il mare era incantevole e il vento soffiava forte, insomma una giornata meravigliosa per la navigazione. Dopo pochi giorni a bordo arrivammo su un’isola deserta senza la minima traccia umana. Su di essa ci fermam-mo diversi giorni, esplorandola, circumnavigandola e inoltrandoci in una fitta foresta in cui trovammo una grotta molto singolare e decisamente molto strana. Io e Jim, gli unici con coraggio, decidemmo di entrarci e una volta arrivati al suo interno, trovammo una cassa che non sembrava contenere gioielli e cose simili e non dava l’aspetto di contenere un tesoro ma decidemmo di portarla fuori dalla grotta dagli altri. Sollevandola ci accorgemmo che era pesantissima, ma comunque riuscimmo a portarla fuori.
Una volta aperta trovammo oro diamanti coppe e calici; ne fummo colpiti! Una volta con il bottino tra le mani decidemmo di tornare dalle nostre famiglie con un guadagno stellare. Anche il viaggio di ritorno fu incantevole e una volta arrivati a casa raccontammo a tutti dell’avventura e della scoperta della nuova terra come ci aveva ordinato il re.
Adele Paolini