Il Novecento toscano è segnato dalla presenza di uomini e donne che hanno vissuto la fede cristiana coniugando cielo e terra, amore di Dio e dell'uomo, attraverso scelte profetiche non sempre capite e accettate. Salvo qualche caso, questi "folli di Dio" sono rimasti nella Chiesa cattolica, testimoniando il primato della propria coscienza e sperimentando la sofferenza di non essere compresi da chi aveva ruoli di guida ecclesiali e politici.
Il racconto di Mario Lancisi ("I folli di Dio", San Paolo 2020, pp. 223, euro 18) è appassionante. Come si legge nella seconda di copertina, il giornalista Lancisi "sceglie una scrittura in cui mescola sapientemente il racconto della storia nazionale e quello delle storie locali a curiosità, retroscena e aneddoti personali, restituendo un immagine nitidissima della storia della Chiesa e del nostro Paese del Novecento".
Questi folli, o ribelli, sono Giorgio La Pira (politico), padre Giovanni Vannucci (frate dei servi di Maria, come padre David Maria Turoldo), padre Ernesto Balducci (scolopio, fondatore e direttore della rivista "Testimonianze"), don Lorenzo Milani.
Ad essi si aggiungono, oltre a Turoldo, Mario Gozzini (primo obiettore cattolico), Pino Arpioni, Fioretta Mazzei, il vescovo Elia Dalla Costa, don Zeno Saltini (Nomadelfia), don Primo Mazzolari, don Divo Barsotti, don Giulio Facibeni, Nicola Pistelli (politico), monsignor Enrico Bartoletti, don Sirio Politi, don Arturo Paoli, don Enzo Mazzi (comunità dell'Isolotto).
Papa Francesco ha inteso recuperare alla memoria ecclesiale questi folli di Dio. E lo ha fatto recandosi nei loro luoghi (Barbiana, Nomadelfia, Bozzolo) e ricordandoli nell'importante discorso del 2015 nella Cattedrale di Firenze, dove erano riuniti oltre duemila delegati delle chiese d'Italia.
Invitando alla lettura del libro-testimonianza, richiamo qui la risposta di don Milani al cugino preoccupato per il futuro dell'Occidente. "Anche ai tempi delle invasioni barbariche sembrava la fine. (Dell'impero romano) è caduto quel che aveva da cadere, è restato quel poco che aveva da rimanere... ed è venuto il mondo nuovo, mille volte più bello: il Medioevo (anche a pensare solo all'arte, pensa l'arte gotica, altissima, forse la più alta)". Oggi ci troviamo a vivere un cambio d'epoca, qualcosa sta finendo, deve finire, e qualcosa sta nascendo e, don Lorenzo direbbe "certo siamo in quella direzione".
Nunzio Marotti