C'è bisogno di un risveglio delle coscienze? E', il nostro, un tempo di coscienze assopite e anestetizzate?
La storia ci dice di epoche di risveglio, particolarmente feconde dal punto di vista dell'umanizzazione. Momenti in cui uomini e donne hanno oltrepassato l'indifferenza e l'irresponsabilità (penso, in questo anno dantesco, all'ignavia), per incarnare nella propria esistenza un mondo nuovo e indicare cammini.
Nel vangelo di oggi vediamo la svolta di uomini che hanno incontrato Gesù di Nazaret, l'affascinante annunciatore della presenza del regno di Dio.
Cos'è questo regno nuovo? E' la risposta di Dio ai desideri più veri e profondi dell'uomo. E' la paternità di Dio per ogni creatura e, di conseguenza, la fraternità umana. Tutto questo si sintetizza nella persona di Gesù, in cui i cristiani vedono il Figlio di Dio e fratello di tutti. Con Gesù l'attesa è finita e il regno di Dio è “qui” e oggi. Non bisogna più aspettare, ma prendere posizione: chiudere con ciò che è passato e odora di morte per aprirsi alla novità. Questa novità, il Regno, è rovesciamento del regno dell'uomo, basato sull'ingiustizia, la menzogna, il dominio (gli “dei del Nulla”). E' un Regno che è già presente nella storia e cresce con le caratteristiche sue proprie, descritte nelle parabole (da Marco al quarto capitolo), della piccolezza e del nascondimento. L'uomo che si apre (“convertitevi”) a questa nuova logica intraprende la strada del Cristo: povertà, umiltà e servizio che generano fraternità senza confini.
I cristiani sono coloro che hanno accolto con gioia l'annuncio. Non una volta per sempre, ma giorno dopo giorno. Incombono le tentazioni del ritorno al passato (che non c'è più, nostalgie inutili) o della fuga nel futuro (illusione), della lamentazione, del pessimismo e della sfiducia. Magari ci si chiude nel rassicurante recinto del ritualismo e del devozionismo, nell'afonia e nell'inazione, e con il volto triste. L'antidoto, per singoli e comunità, sta nel rinnovato e quotidiano affidarsi alla potenza della Parola, del fidarsi di più della presenza viva di Gesù nella vita e nella storia. Così, il cristiano, insieme agli uomini “di buona volontà”, si fa cooperatore di promozione dell'umanità di ognuno, di liberazione da qualsiasi tipo di oppressione (anche di strutture intrise di disumanità), di conquista di ognuno alla vita, in un mondo che ha bisogno di speranza, di motivi per affrontare le piccole e grandi scelte del quotidiano.
(24 gennaio 2021 – terza domenica tempo ordinario )
PS – Alcune frasi:
“Il fatto di credere in Dio e di adorarlo non garantisce di vivere come a Dio piace” (Francesco, papa) - “Sii il cambiamento che desideri vedere nel mondo” (Gandhi) - “Tutti pensano a cambiare il mondo ma nessuno pensa a cambiare se stesso” (Tolstoj) - “Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile” (Francesco d'Assisi).
Nunzio Marotti
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.