È disponibile in tutte le librerie elbane un nuovo libro sul territorio occidentale dell’isola: «Capo Sant’Andrea», scritto da Silvestre Ferruzzi e Muzio Murzi. Il volume, di 110 pagine, illustra la storia e l’ambiente del piccolo borgo di Sant’Andrea, facente parte del territorio comunale di Marciana e luogo di elezione del turismo balneare elbano.
Nei quattro capitoli – «Ambiente», «Storia», «Immagini e poesie», «Dintorni» – gli autori ripercorrono, passo dopo passo, le vicende umane e ambientali di questo microcosmo isolano; dalla geologia, unica nel suo genere, della scogliera delle Cote Piane alle particolarità geologiche come la grotticella marina chiamata Chiesa degli Ebrei, dalla descrizione delle piccole insenature di Cadicarletto, del Calello, della Cala di Coniglietto allo sconvolgimento idrogeologico causato dall’alluvione avvenuta nel 1907. E poi la storia; dai primi accenni medievali del «Caput Sancti Andree» agli scontri navali svoltisi nel mare antistante, dall’edificio della Guardia di Sant’Andrea, importante punto di difesa militare in ogni tempo, alle visite che Napoleone Bonaparte fece in questo straordinario territorio. Leggendo il libro si viene a conoscenza anche di un importante edificio, chiamato Bottegone, che fu costruito sulla spiaggia di Sant’Andrea intorno al 1880 come terminale di sbarco delle merci. Gli autori si soffermano anche sulle storie «santandresi» accadute durante la seconda guerra mondiale: «Poi, a Sant’Andrea venne il tempo dei rastrellamenti e l’8 dicembre 1943, per impedire fughe verso la Corsica, i tedeschi minarono il suo territorio. Durante un rastrellamento condotto da soldati di nazionalità polacca, vi fu un bagliore di luce nel buio di quei giorni: entrato in un magazzino, uno di loro vide che un uomo si era nascosto nella vasca del palmento, coperto da tavole. Il polacco, in un assordante silenzio, richiuse le tavole e se ne andò. […] Il 24 settembre 1943 un Junkers Ju 52/3m, aereo militare tedesco da trasporto in fuga dalla Corsica, fu abbattuto in mare, alla Secca del Careno, da un caccia alleato. Tre morti: il pilota, l’operatore radio e il mitragliere. Si salvò l’altro pilota, Storm, recuperato da Dino e Tullio Barsalini con un ‘guzzo’, condotto a Sant’Andrea per essere medicato e poi al comando tedesco di Marciana Marina; nella traversata, col fondato timore di essere gettato in mare, tenne puntato il mitra sui ‘santandresi’ della scorta». Ferruzzi e Murzi raccontano che tuttavia «ancora si svolgevano le veglie invernali intorno al focolare con le infinite letture di ‘Le mille e una notte’ e della ‘Comedìa’ dantesca, ancora l’asino di ‘Bàcola’ ragliava nella stalla, […] ancora si raccoglieva il sale rimasto nelle concavità delle scogliere e le interiora delle bestie macellate venivano accuratamente lavate alla Cote dei Ventrazzi». Il libro, corredato da rare fotografie degli anni Cinquanta, rappresenta un prezioso manuale per chi intenda conoscere al meglio la vita dell’abitato di Sant’Andrea e del suo mare che, come scrivono gli autori, «domina la scena con le sue magiche trasparenze e gli arabeschi creati sulla superficie dal ‘forano’ e dalle correnti, contornato da una collana di case colorate».