Entrare dentro il duomo di Portoferraio significa prima di tutto entrare dentro un tempio di culto dove la devozione dei fedeli si manifesta con preghiera, lettura e canto. Ma come in ogni luogo di culto, per chi lo voglia, è possibile rintracciare segni e testimonianze di vita passata.
Non si sottrae a questo il duomo di Portoferraio, camminare dentro il quale significa percorrere la storia della città di Portoferraio dal 1548 anno della sua fondazione.
Nel 1548 non dimenticò il granduca Cosimo I l’assistenza religiosa per il corpo di spedizione che aveva inviato a fondare Cosmopoli.
Lo ricorda Giuseppe Ninci, storico, che scrive ”Nel 1548 verso gli ultimi giorni di aprile, d'ordine dell'immortale Cosimo I Medici duca di Firenze si gettarono le fondamenta della forte piazza di Portoferraio; e nel 1549 di già potè di essere state portate a buon termine le mura circondanti, ed i forti di detta piazza, come ne fanno fede le iscrizioni in proposito incise in marmo e poste sulla porta principale della fortezza Falcone, sulla muraglia presso l'ingresso dell'altra appellata Stella, sulla porta a Mare, e la porta di Terrra. Non si fa memoria dell'erezione delle due Cappellette entro le due fortezze Falcone e Stella, ma esse debbono ripeterla certamente negli anni stessi dell'innalzamento di quelle fortezze, per comodo delle soldatesche ivi stazionate. La cappella nel Falcone portava il titolo di S. Barbera, atterrata nel 1803. Quella nella Stella trovasi dedicata a Dio in onore dei Santi Re Magi. Nel 1549 poi, ben si sa, essere stata fondamentata la chiesa parrocchiale all'estremità della gran piazza d’arme dalla parte di levante e si dedicò la medesima all’Onnipotente in onore della Natività di Maria Santissima”.
(“Notizie compendiate delle chiese, oratori, cappellette di Portoferraio e sue campagne raccolte e registrate nel 1834” Biblioteca Nazionale di Firenze)
Non a caso fu prescelto come luogo per la costruzione la “gran piazza d’arme dalla parte di levante”.
La chiesa doveva servire all’assistenza religiosa dei militari della erigenda Cosmopoli per questo la piazza d’arme è stata il luogo scelto e la parte di levante di questa piazza in quanto ogni edificio religioso ha la tradizione di rivolgere l’abside ad est dove sorge il sole.
Aveva una larghezza corrispondente alla navata centrale ed una lunghezza metà dell’attuale.
Le fondamenta furono però prolungate per un’altra metà in vista di un prossimo ampliamento che i costruttori della chiesa avevano pensato di prolungare.
Sicchè oggi, camminare dentro la navata centrale del duomo di Portoferraio in prossimità dell’altare maggiore (presbiterio) significa camminare nella Cosmopoli del 1549.
Nel 1554 il vescovo di Massa Marittima consacrò la nuova chiesa dedicata alla Natività della Beata Vergine Maria e ne affida l’ufficiatura ai confratelli della confraternita del Corpus Domini.
Nel 1566 fu istituita la confraternita della Reverenda Misericordia con sede presso l’altare del crocifisso alla destra dell’altare maggiore.
Nel 1590 avvenne il primo ampliamento: lasciando inalterata l’altezza dell’edificio fu raddoppiata la lunghezza. L’altare maggiore era in legno e dominato dal crocifisso scolpito in legno e dipinto che ancora oggi si custodisce nell’altare laterale in cornu Evangelii col titolo di “altare del Crocifisso”.
Nel 1623 si aprirono due cappelle, corrispondenti ai due altari laterali vicini all’altare maggiore, una nella parete di mezzogiorno per volere di un certo Prospero Castelletti di Milano ma domiciliato a Portoferraio intitolata a S. Carlo e S. Lucia e l’altra nella parete di tramontana intitolata alla Vergine del Rosario e ai santi Crispino e Crispiniano in quanto patroni della corporazione dei calzolai a spese dei quali la cappella era stata eretta: nell’altare di questa cappella fu posta una tela raffigurante la Madonna del Rosario.
Il dipinto (che si vede in foto) è ancora oggi visibile dentro la chiesa.
La Madonna del Rosario è olio su tela, 233x171 cm, di autore ignoto secolo XVII.
La Madonna appare in alto al centro del dipinto quasi sopra una nuvola circondata da angeli e cherubini: i suoi piedi sono sostenuti da teste di cherubini. Tiene in grembo il Bambino il quale ha nella mano sinistra un rosario. Sulla testa sia della Madonna che del Bambino è una corona in lamina d’argento sbalzato, traforato e cesellato (autore ignoto). Altri cherubini escono tra le nuvole mentre dietro e ai lati mentre due angeli si trovano una a destra e l’altro a sinistra della Madonna. Quello di sinistra posa una corona del rosario sulla mano di S. Domenico mentre quello di destra sembra porgere una corona di rosario a S. Caterina che sta sotto. Nella parte inferiore del dipinto sono rappresentati inginocchiati S. Crispino e S. Crispiniano patroni della corporazione dei calzolai. Tutto intorno a questa scena sono dipinti i quindici misteri del rosario dentro cartelle a due lobi che formano un arco.
Da sinistra a destra sono raffigurati: l’annunciazione dell’angelo, la visita di Maria a Elisabetta, la nascita di Gesù, la presentazione di Gesù al tempio, il rtitrovamento di Gesù, l’orazione di Gesù nell’orto degli ulivi, la flagellazione di Gesù alla colonna ,la coronazione di spine, il viaggio di Gesù sul calvario, la crocefissione e morte di Gesù, la risurrezione di Gesù, l’ascensione al cielo, la discesa dello Spirito Santo, l’assunzione di Maria Vergine al cielo, l’incoronazione di Maria Vergine.
Marcello Camici