Da sabato 10 aprile, all’interno del tunnel di via Guerrazzi nel centro storico di Portoferraio, sarà esposto un maxiposter con un’opera di Marcello d’Arco dal titolo “Spettacolo dall’antica biblioteca”, il terzo installato finora legato al progetto INiTINERE, Nuovi Paesaggi Urbani, La città di Portoferraio per l’arte.
Il progetto partito il 25 marzo scorso è dedicato all’Arte Contemporanea di questa isola e nella sua semplicità assolve tre compiti sostanziali: decoro urbano, promozione turistica e iniziativa culturale di valorizzazione del Patrimonio Immateriale. Il Comune di Portoferraio, attraverso il sindaco e l’Assessorato alla cultura ha, da subito, appoggiato il progetto presentato dall’Associazione Culturale Persephone e da Ape Agenzia che si dividono i ruoli attraverso i loro rappresentanti di direzione artistica, Angela Galli, e direzione tecnica, Massimo Zottola.
Di Marcello d’Arco, riportiamo qui sotto un testo critico sulla sua ricerca e sulla sua poetica:
«Marcello d’ Arco è nato a Portoferraio, dove vive e lavora. Espone in una mostra collettiva estemporanea nel 1977 ed allestisce la sua prima personale nel 1991. Giornalista, è tra i fondatori del gruppo “Artisti all’Elba” guidato da Gino Gonich (Gonni) istriano ed elbano di adozione, punto di riferimento fin dagli anni ‘50 di intellettuali ed artisti che hanno frequentato l’isola.
Il percorso creativo di Marcello d’Arco si può dire inizi veramente con un rapporto emotivo con la sua città: una relazione estremamente stimolante fra Portoferraio, la cui bellezza è il puro frutto della razionale funzionalità di una perfetta macchina fortificatoria, un soggetto-oggetto non facile da dominare, da comprendere nella sua essenzialità architettonica e urbanistica. E la personalità creativa di d’Arco è riuscita a stabilire il circolo virtuoso di un dialogo interattivo costante con le geometrie, l’essenzialità della forma urbana della “Cosmopolis”, leggere la struttura che sottende la ‘forma urbis’.
La città è vista come una metafora di forme che si demoltiplicano e incessantemente si alterano fino a perdere i loro caratteristici contorni, è il teatro, il palcoscenico della vita; è l’atto conoscitivo, reminiscenza di idee, il modo, il processo che l’artista percorre e ci offre per ritrovare le idee, i sensi che costituiscono la memoria, la sua e la nostra, è lo schema che legge le ambiguità dell’esistenza, lo splendore della vita delle isole tirreniche, il respiro intorno al mare e le rocce grigiastre blu, gialle, verdi. La forza e lo splendore dei bastioni. Immoti, impenetrabili, lividi, inerti eppure capaci di dialogare con lo spettacolo della natura. La rigida plumbea materialità della pietra sfida il tempo, l’antica città pare voler svelare arcani segreti. È simbolo e sintesi di una aspirazione, di un ordine ideale, la Cosmopoli medicea che prefigura un mondo di armonia ed equità, il sogno del bello nell’arte e nell’etica. Un paesaggio sempre di notevole interesse: sfumature, variazioni tonali: la forma del colore crea essa stessa struttura e volumi del tutto nuovi, di una nuova e diversa essenzialità».