Premessa
Comincia a dipanarsi oggi un racconto (che pubblicheremo a puntate settimanali) di Michel Donati, steso con la collaborazione di Lorena Provenzali e dedicato ad un luogo che è stato certamente uno dei cuori pulsanti del centro storico ferajese: il Grigolo.
Il lavoro, commissionato a Michel dalla locale sezione della Lega Navale Italiana, si presenta come un gustoso e divertente "fritto misto" di umanità in cui si intrecciano storie di calafati, ballerini, vogatori, signori, popolani, gaudenti e soprattutto "bastardi" (anche se arriccerà il nasino chi non conosce l'affettuosità con la quale i ferajesi usavano il termine per definire bambini e ragazzi vivaci).
Certo è che in quel tratto di costa e di mare a ridosso sono trascorse le ore di molte vite, sono accadute vicende che era opportuno rimandare "a futura memoria" e l'autore lo ha ben fatto con il suo torrentizio raccontare.
Iniziamo ...
SR
Il Grigolo e le sue magie: storie di borghesi e di gente comune “speciale” (1)
Il Grigolo borghese
Ho iniziato questa storia per poco più di un gioco, per fare un piccolo regalo ad un’amica speciale che da poco ha compiuto gli anni.
La mia intenzione era quella di parlarvi solo di lei e invece mi sa che vi narrerò anche dell’Olimpo, di Zeus, di semidei, di imprese epiche, di amori, di battaglie, di tesori nascosti e soprattutto di comuni mortali, usando spesso il linguaggio poco ricercato di questi ultimi. Un mondo lontanissimo, probabilmente dissoltosi per sempre, chissà!
Dopo aver letto questo racconto, ogni volta che vi ritroverete sul traghetto proveniente da Piombino e sarete nei pressi del faro di Portoferraio, salite sul ponte superiore di dritta e affacciatevi: quel promontorio di roccia nera ricoperta di “pitte” (piante d’agave con i loro lunghi fiori) e la striscia di costa che continuerete a vedere fino a quella strana torre posta all’imboccatura del porto [la Torre di Passannante, NdR] 2 è il teatro nel quale avvenne tutto ciò che sto per raccontarvi. Se vi concentrerete e per un attimo chiuderete gli occhi, potrete riascoltare quelle voci, rivedere quelle scene e calarvi in quella inesauribile vitalità.
Il nome Grigolo è probabilmente mutuato dal còrso Grigolu e significa “spiaggia di sassi”.
Per molti, oltre che la sede della locale sezione della Lega Navale Italiana, è poco più del cortile delle vecchie scuole ; per chi, come me, da ragazzo abitava nel centro storico di Portoferraio, in particolare in via Roma, in via dell’Amore e in via della Campana (oggi via Ilario Zambelli), il Grigolo è invece un luogo magico, una protezione dell’anima; allora era una “Repubblica autonoma”, un esempio di integrazione spontanea tra giovani e anziani, indigeni e forestieri, personaggi “un po’ così” e persone “normali”, tra sportivi e pantofolai, popolani e borghesi, graduati e soldati semplici, poveri e ricchi, istruiti ed ignoranti, belli e brutti, forti e deboli, tra.., ma tutti uniti nell'allora indefinibile sensazione - ora assoluta certezza - di vivere in un microcosmo perfetto proprio perché costituito da individui normali e imperfetti.
Prima di descrivere quello che tra gli anni ‘70 e ‘80 è stato il periodo d’oro del Grigolo e della sua Lega Navale, è necessario fare qualche passo indietro.
Sappiamo che Cosmopoli è stata fondata nel 1548 da Cosimo I De’ Medici, di lì a poco primo Granduca di Toscana. Sappiamo che Portoferraio, una delle poche “città di fondazione” del XVI secolo, è stata creata come una fortificazione militare tra le più imponenti e di provata efficienza, edificata allo scopo di essere l’avamposto difensivo contro i pirati barbareschi, che allora spadroneggiavano nel Mediterraneo.
Sappiamo anche che da quel periodo in poi, considerando pure i dieci mesi nei quali siamo stati la sede del piccolo impero di Napoleone Bonaparte in esilio, l’atmosfera tipica del mondo militare con le sue gerarchie e i suoi codici cavallereschi e quella abituale di corte, entrarono a far parte della nostra vita di isolani e di portoferraiesi in particolare .
A questi fatti storici - dei quali più o meno tutti possono aver sentito parlare qualcosa - si deve aggiungere la nascita, nei primissimi anni del 1900, proprio a Portoferraio, del primo stabilimento siderurgico italiano per la produzione della ghisa.
Una cosa della quale non tutti sono però al corrente, è che il Grigolo per quasi un secolo è stato il salotto estivo degli ufficiali, dell’aristocrazia e dell’alta borghesia presenti sull’Isola fin dai tempi di Cosmopoli. La “crema” cittadina ha cominciato a frequentare i Bagni Napoleone probabilmente a partire dagli ultimi decenni dell’800.
Non si sa con precisione quando questi siano stati fondati da un avo della famiglia Padroni, all'epoca spedizionieri e proprietari di bastimenti. Si racconta che ai primi del ‘900, per la mala amministrazione dei curatori incaricati di gestirli per conto dell’erede designato che allora era minorenne, i “Bagnetti“ (altro modo con il quale i più anziani residenti nella zona indicavano i Bagni Napoleone e in seguito, per estensione, tutto il Grigolo) andarono in abbandono.
A questo punto, la borghesia industriale costituitasi intorno ai neonati altiforni creò il proprio circolo privato proprio sugli spazi a terra del vecchio stabilimento balneare, mentre della sua vecchia struttura a mare rimanevano solo due monconi semisommersi chiamati tuttora “pilastri”. L’accesso era selezionato e comunque non libero, specialmente nella parte privata e “civile”, collocata subito a destra dopo aver sceso le scale di accesso (le “scalette”) che s’imboccano da via Carlo Bini. L’altra zona, quella libera e “selvaggia”, cosiddetta degli scogli, inizia a sinistra dopo le stesse scalette e termina ai piedi dei bastioni medicei del Forte Stella, alla punta detta della Madonnina, sotto il faro che segnala ufficialmente Portoferraio ai marinai.
Qui nel 1904 , poi sostituita nel 1966 e già restaurata nel 1992 , a protezione dei naviganti venne collocata una statua della Madonna Stella Maris che nella sua prima versione era in gesso e alta 30 cm., mentre quella del 1966 era in ferro e a altezza naturale. Anche quest’ultima (la “nostra” Madonnina), nel marzo del 2019 è stata definitivamente sostituita con una nuova, simile alla precedente nelle dimensioni.
Nel frattempo, gli alti dirigenti dello stabilimento siderurgico si erano costruiti le loro villette sulla porzione del bastione sovrastante il Grigolo che il comune gli aveva venduto. Furono gli anni del solerte guardiano “Tagliafero” (Tagliaferro). Si racconta che durante le serate danzanti organizzate dal circolo, alle quali era regolarmente invitata la Portoferraio che contava, i ragazzi che abitavano nelle vie limitrofe facessero continui dispetti ai “signori” e al loro guardiano affacciandosi dal sovrastante piazzale dello stabile, che fino ai primi del ‘900 era stato la sede di un pastificio e che dopo e fino al 1994 ha ospitato le scuole elementari prima e attualmente è la sede dell’ISIS Foresi.
Michel Donati