Sono andato a Forte Falcone dove storia, archietttura, flora, fauna, geologia convivono.
Da lassù uno stupendo panorama si apre alla vista del visitatore ma niente indica o gli fa capire cosa sta osservando di questo panorama.
C’è una strada, una gettata di calcestruzzo, la quale dipanandosi accanto alle mura cinquecentesche, lo conduce alla porta d’ingresso del forte.
La gettata di calcestruzzo inizia da una cancellata che è preceduta da una buca abbandonata ricavata dentro la roccia.
Andando verso la porta d’ingresso del forte il visitatore può iniziare ad ammirare il panorama della città di Cosimo dei Medici, degli Asburgo Lorena, di Napoleone insieme con l’abbandono e il degrado dell’immobile ex centrale elettrica e della porta d’ingresso al raggione dove il capitello chiave di volta dell’arco non sembra essere in buone condizioni.
Avvicinandosi alla porta d’ingresso del forte il visitatore può ammirare da vicino la mirabile tessitura del muro cinquecentesco qui costituito da mattoni rossi che poggiano direttamente sulla roccia ma l’occhio non può fare a meno di vedere un foro, buco aperto dentro la mirabile tessitura dei rossi mattoni e una antenna posta sulle mura.
Lo stesso occhio non può fare a meno di vedere i resti del camminamento distrutto dalla follia del secondo conflitto mondiale ancora lì presenti, camminamento che univa direttamente il bastione dei mulini a forte Falcone.
Marcello Camici