Presidente della Lega Navale al posto del Sor Ettore venne eletto il geometra Giampaolo Guidi. Il suo mandato fu all'insegna del potenziamento delle attività del circolo nel solco che già era stato segnato con coraggio e grande intraprendenza dal Damiani. Al Grigolo si creò una vasta e assortita comunità. Un'attrazione particolare la esercitava la piccola spiaggia appena sotto i capannoni dei rimessaggi. Si estende fino alle mura del bastione San Carlo in punta al quale, semisommerso e ben piantato nel fondale sabbioso, c'era e probabilmente sta ancora lì, un vecchio palo di ferro arrugginito che a quanto mi è stato riportato, già da prima della guerra serviva per fissare una rete “antisommergibile” invalicabile tesa tra la parte civile di Portoferraio e quella militare, nella fattispecie il Comando della Marina. Oggi quella zona è la sede della Capitaneria di Porto della Guardia Costiera ma i vecchi portoferraiesi, specialmente quelli grigolini, continuano a chiamarla Comando Marina. Pur essendo per noi la più bella di tutte, la spiaggia non è il massimo: è formata da tanti sassi e da poca sabbia. Davanti al suo primo tratto, proprio sotto i capannoni della Lega Navale, in mare ci sono ancora due file di scogli. In mezzo ai quei massi c'era pieno di granchi “favolli” che noi ragazzi pescavamo con il retino dopo averli stanati in genere con una boga legata a un pezzo di lenza. Il Marti (Benzina), era il più bravo “polpaio” a strascico, mentre Elio il Cioni e Camillo sono stati due leggendari pescatori di polpi con lo specchio. Per preparare lo strascico e soprattutto per rendere questa antica esca particolarmente efficace, oltre ad un cencio bianco e una zampa di gallina, è necessario aggiungere anche un favollo vivo del quale il cefalopode è particolarmente goloso. Dieci minuti prima di partire con la sua barca, “Benzina” riusciva a catturarne mezzo secchio a mani nude, alzando semplicemente i massi più grandi che si estendono all'inizio dell'altra parte del Grigolo, quella cosiddetta degli scogli. Una decina di metri a destra delle scuole, c'era e c'è sempre un vecchissimo pontile (il pontino) in pietra e cemento, a quei tempi già in cattivo stato a causa dello scorrere del tempo, delle onde e dell'erosione. Anche questo veniva usato per i nostri vari tipi di pesca.
Vi stavo dicendo che la spiaggia non è bellissima, ecco però, che allontanandoci dal quel primo tratto e andando verso destra, oltre il malconcio “pontino”, questa diventa meno sassosa e più sabbiosa, fino ad arrivare sotto le mura del settecentesco Bastione San Carlo, dove termina con un'oasi. Era il posto più ambito. Qui lasciavamo i nostri vestiti e ci tuffavamo in un'enorme piscina di sabbia separata dal mare profondo del golfo da una grande secca piena di vita, tra polpi, ricci , margherite, (granseole), salpe, occhiate, muggini, murene, giudole (cazzi di re), perchie, sparlotti, castagnole, verdoni, ghiandoni, stelle marine, razze, rombi, saraghi, ombrine, triglie e di tanto in tanto, anche lecce (ricciole) di passaggio. Tutte le famiglie residenti nei dintorni, la mattina si davano appuntamento su quella minuscola Copacabana e noi ci attardavamo in quel meraviglioso atollo tropicale.
Michel Donati