La memoria che porta il n. 6 ed annessa alla relazione manoscritta del conte Vincenzo degli Alberti ha come titolo “Memoria sopra la chiesa et ospedale della Misericordia di Poroferraio”.
L’ho chiamata memoria Ippoliti perché porta la firma di “Ippoliti Seg.rio” (vedi foto di copertina)
(Firma del segretario Ippoliti. In Memoria n 6. ”Memoria sopra la Chiesa et Ospedale della Misericordia di Portoferraio”. Senza numero di pagina. Biblioteca comune Portoferraio)
Come si evince dal titolo è un resoconto che riguarda sia la chiesa che l’ospedale della confraternita della Misericordia e sia per l’una che per l’altra Ippoliti allega “dimostrazioni “dettagliate su quanto scrive.
Consta di due parti.
La prima inizia con il descrivere “lo stato presente della chiesa o sia confraternita della Misericordia “ per poi ,nella seconda parte,andare a parlare dello spedale della confraternita.
Questa seconda parte comincia con le parole “Lo stato dello Spedale della Misericordia è il seguente” e termina con le parole “In conseguenza l’entrata è minore dell’uscita di Lire 739.9.10 l’anno.
Il segretario Ippoliti certifica così lo stato di indebitamento in cui nel 1766 giace l’ospedale detto della Misericordia.
(Stato economico dell’ospedale della misericordia nell’anno 1766. Memoria Ippoliti annessa al manoscritto Vincenzo degli Alberti, carta senza numero di pagina. Biblioteca comunale Portoferraio)
La relazione del segretario Ippoliti continua poi spiegando i motivi dell’indebitamento e indica possibili modi per porvi rimedio.
Per la sua attualità, merita essere ricordato quello di eliminare spese inutili e sprechi.
Anche allora come oggi la sanità richiedeva contributi ai cittadini che però all’epoca erano dati sotto forma di carità (questua) i quali contributi erano distribuiti agli infermi non ricoverati in ospedale.
“Quest’Ospedale fu fondato dai Fratelli istessi della Confraternita della Misericordia e gli stessi Uffiziali e Camarlingo che presiedono all’amministrazione della Chiesa della Misericordia soprintendono all’amministrazione dell’ospedale senza alcun emolumento solo si tiene una scrittura separate senza divisione però di cassa.
Come si osserva dalla dimostrazione N 3 le spese maggiori di questo ospedale consistono nell’alimenti che somministra agli ammalati che vengono all’ospedale et ai Prigioni benchè sia tenuissima l’assegnia giornaliera di pezze 5 a testa. Vi è pure la spesa dei medicamenti, dell’Ospedaliere, mantenimento dei letti, utensili, biancheria.
A favore di questo ospedale si pretende che i fratelli dieno frequentemente dei sussidi caritatevoli et ancora il popolo di Portoferraio non manca di contribuirvi con delle elemosine che sin vanno raccogliendo alle case dal servo ogni giorno di festa.
Il prodotto però di questa questua non si pone in entrata ma dal Priore si dispensa in sussidi caritativi ai poveri Infermi che stanno nelle loro case e non vanno allo spedale.
Tal impiego può dirsi ottimo perché risparmia all’ospedale l’aumento dei malati e la spesa dei medicamenti ma secondo le buone regole il prodotto del questuo deve unirsi in entrata come pure devono notarsi in uscita distintamente i sussidi dati agl’ammalati per soddisfazione di chi contribuisce coll’elemosine ad un’opera sì pia.Et un simile metodo dovrebbe pure praticarsi per tutti quei sussidi che si presume che faccino i fratelli all’ospedale.
Sopra di un tale articolo il Magistrato de Nove che deve invigilare alla buona amministrazione di questo spedale potrà dare gl’ordini opportuni fra i quali ottimo sarà quello di separare gli amministratori della chiesa da quelli dell’ospedale prendendoli però tutti dal corpo della Confraternita, e dividendo ancora le casse mentre l’ospedale necessita di somma vigilanza non solo per l’annuo sbilancio nel quale si trova quanto ancora per esigere dai debitori che ascendono alla somma di L 2935.15 tanto più che l’ospedale è debitore di medicamenti di Lire 1169.
Onde essendovi qualche dubbio che queste due amministrazioni facilmente si confondino per quanto sieno separate le scritture, il passo più importante sarà quello di nominare diversi amministratori e di passar poi all’esame di tutte le partite per procurare l’economia possibile sembrando di maggiore importanza per il pubblico di Portoferraio il sostenere l’ospedale che è l’unico rifugio dei poveri ammalati ,che il fare della magnifiche feste nella chiesa, benchè a queste si pretenda che vi supplischino in gran parte i benefattori. Dovendosi procurare di dirigere la pietà dei Benefattori più allo spedale che a delle feste quasi inutili.
Ippoliti Seg.rio”
(Memoria Ippoliti allegata al manoscritto Alberti 1766 “Sopra la chiesa et ospedale di della Misericordia di Portoferraio”. Carta senza numero di pagina. Biblioteca comunale di Portoferraio)
Segue a questa relazione la “dimostrazione n 6” relativa all’elenco delle “spese fisse dell’ospedale della R.a Misericordia di Portoferraio e suoi obblighi annui.
(Dimostrazione n 6 .Spese fisse dell’ospedale della Misericordia. Manoscritto Ippoliti allegato al Manoscritto Vincenzo degli Alberti)
Nella dimostrazione N 6, Ippoliti annota con grande precisione le voci di spesa fisse che sostiene l’ospedale della Misericordia.
Dal confronto con quelle sostenute per la chiesa si evince che l’indebitamento della confraternita è legato sia all’amministrazione della chiesa sia dell’ospedale ma sono le spese di mantenimento di quest’ultimo la causa maggiore di indebitamento.
Dall’analisi di ciascuna voce di spesa per il mantenimento dell’ospedale si evince poi che le maggiori voci di spesa sono quelle sostenute per l’Ospedaliere e gli alimenti agli ammalati.
“All’Ospedaliere Domenico Giusti ogn’anno lire trecentottantaquattro,a ragione di lire 32 ogni mese che lire ventisei di sua provvisione e Lire 6 per fare il bucato alla biancheria ... Lire 384
A spese di alimenti per i poveri ammalati e prigioni (1) a ragione di pezze 5 il giorno un anno per l’altro si ragguaglia Lire 462
Barberi per servizio de medesimi ammalati un’anno per l’altro Lire 345“.
Marcello Camici
1) I “Prigioni” sono i detenuti per delitti criminali