Londra, 12 luglio - Il Bonaparte medesimo aveva esternato il desiderio che fosse fatta la sezione del suo cadavere, e a ciò acconsentirono le autorità dell’ Isola.
I due chirurghi O’ Meara e Stokoe, i quali in tempi precedenti furono a fianco di Napoleone a S. Elena, hanno preteso che il prigioniero fosse ammalato di fegato, e che questa infermità nascesse non solo dall’ abbattimento dello spirito, ma anche dal clima che lo porterebbe in breve al sepolcro.
La sezione del cadavere ha smentito questa opinione, poiché il fegato tagliato in due parti dal chirurgo francese si trovò perfettamente sano. E’ vero che il sig.O’Meara, che si trova in questa città, ha fatto ora pubblicare un articolo in cui sostiene sempre la sua opinione, a fronte della contraria evidenza di fatto. Il suo articolo è sembrato così assurdo al Times ed altri distinti giornali dell’opposizione che hanno ricusato d’ inserirlo.
Il sig. O’ Meara inveisce contro i chirurghi che hanno sottoscritto il rapporto, servendosi le espressioni le più ingiuriose. Fra le altre cose egli asserisce che quantunque la sede della malattia fosse nel fegato queste alla fine poteva avere ripreso un aspetto sano. Egli ha notato che l’ Antonmarchi, non si è sottoscritto al rapporto. Ma le ragioni di ciò si è che egli era un medico, non il chirurgo di Bonaparte, che a lui toccava descrivere l’ istoria della malattia, non già ad ingerirsi nella sezione del cadavere, della quale operazione non fu che semplice testimone come Bertrand, Montholon ed altri, convenendo che la malattia non aveva potuto essere la conseguenza né del clima, né dell’ afflizione, e che per servirsi della espressione della Madame Bertrand quando ne fu a lei fatta la descrizione “Egli ne sarebbe ugualmente morto, in mezzo al fasto delle Tuiellerie, come nella solitudine di S. Elena”.
[…] Le spoglie mortali non sono rimaste alla vista del pubblico che per breve tempo; in questo caldo clima un cadavere si corrompe assai presto.
[…] Quando si trattò di modellare il suo cranio, si constatò che il gesso dell’Isola non era atto a questa operazione (venne modellato con cera N.d.R)
[…] Dopo la morte il sig. Marryst capitano del Castore, disegnò il ritratto di Bonaparte, che è riuscito di una somiglianza maravigliosa, e di cui già molte copie sono pervenute in Inghilterra.
Beta de Latorre