C'erano i Cioni (detti i Pirulè dal soprannome del babbo) che con i suoi nove componenti tra fratelli e sorelle, era una delle famiglie più numerose di Portoferraio, probabilmente la più caratteristica e certamente quella artisticamente più assortita e famosa.
Ci vorrebbe lo spazio di un libro solo per parlare di loro! Basti pensare che Renato [Cioni], uno dei cinque maschi, è stato un tenore che ha calcato i più prestigiosi palcoscenici lirici del mondo, arrivando più volte a cantare con Maria Callas, la regina assoluta della lirica, non per niente definita la Divina. A detta di molti che se ne intendono, una famosa edizione della Tosca allestita da Zeffirelli nel 1964, della quale proprio loro furono i protagonisti, è stata la migliore Tosca in assoluto. (Su Renato, tra gli altri, nel numero 73 de “Lo Scoglio” ho trovato un bellissimo articolo a cura di Giancarlo Molinari).
Dei Cioni, quelli che hanno frequentato il Grigolo da sempre e fino agli ultimi giorni della loro vita, sono stati Elio, Gustavo e Franco tutti e tre hanno portato avanti la tradizione della pesca ereditata dal babbo. Elio è stato il più grande pescatore (con lo specchio) di polpi di Portoferraio, a pari merito con il leggendario Camillo; al Grigolo conosceva ogni singola buca (tana)! Gustavo era un vero e proprio maestro nell'uso del rezzaglio (la rete lanciata a campana direttamente sui branchi di pesci), era inoltre un bravissimo e simpaticissimocantante e animatore di serate. Fu lui il primo isolano che negli anni ‘70 incise un 45 giri di musica pop con due canzoni, “Ti ho baciata all'Elba” e “Una stella sul mare”, diventate in seguito i nostri inni popolari. Come Renato, il fratello tenore e come Delio, l'altro fratello ballerino [del corpo di ballo del mitico Studio Uno] nei programmi della RAI di prima serata degli anni ‘60-‘70, anche Gustavo fu un portoferraiese che raggiunse la vetta .Oltre l'incisione del vinile, arrivò a cantare nella TV pubblica, fece un veloce passaggio per Cinecittà e comparì in un fotoromanzo a tiratura nazionale. Il richiamo dell'Elba e del Grigolo per lui fu però più forte. Anche Franco, conosciuto come “Gargia” o “Cangino” dal nome della vecchia barca da pesca di famiglia, la (“Cangiona”) che all'epoca ancora ben custodiva al Grigolo, era dotato di una voce tenorile potentissima, anche se, a detta di molti, più “anarchica” e meno perfezionata di quella di Renato. Per non essere confuso con il più famoso fratello, prese il nome d'arte di Franco Gorici. Nel 1998, quando mi sposai in una chiesetta appena sotto San Gimignano, lui tenendo fede ad una promessa che mi aveva fatto molti anni prima proprio al Grigolo, venne al mio matrimonio e mi cantò l'Ave Maria. Ogni volta che si esibiva, non solo tra gli amici e ai matrimoni di questi, riscuoteva un grande successo, specialmente tra il pubblico femminile, perché era dotato di una fisicità e di una presenza scenica non comuni.
Fino alla fine degli anni Cinquanta, insieme al fratello Elio e ad altri otto vogatori più il timoniere, aveva fatto parte del mitico equipaggio della barca di Portoferraio nell'allora Palio Remiero Elbano con le dieci remi. Tra questi c'era anche mio zio Marcello Donati. Elio, a differenza dei suoi fratelli, era apparentemente privo di particolari doti artistiche, in realtà anche lui sprigionava arte da tutti i pori. A parte la pesca dei polpi, nella quale non era solo bravo, ma un vero maestro, anche lui aveva un fisico notevole e ben modellato dalla voga e dall'essere stato uno dei più bravi pugili elbani degli anni ‘60-‘70, l'epoca d'oro del pugilato, quando con una corda veniva improvvisato un ring in ogni luogo, Grigolo compreso. Elio aveva inoltre un viso caratteristico, proprio una faccia d'artista, non per niente fu ritratto da vari pittori.
Dal 1978-79 a tutta la prima metà degli anni ‘80, al Grigolo e al circolo della Lega Navale vi fu un'esplosione continua di vitalità, di socialità e di iniziative.
Michel Donati