“Tra le tante leggi di uno Stato ci sia anche “quell’imperativo” che obbliga tutti i cittadini e cittadine a scrivere le proprie reminescenze con il raggiungimento della piena maturità e non importa come ma scriverle comunque perché possano arricchire l’archivio della nostra Memoria collettiva.
Un Archivio non di impolverate carte ma di vita vissuta sia essa quella dell’intellettuale o del cattedratico, dell’arrivato professionista o dell’operaio, della casalinga o del diseredato e della prostituta. O di un’intero paese che per quarant’anni si è identificato in una festa: la sua Festa”.
Con questo incipit si apre il libro “La Festa del Poggio raccontata da me” di Paolo Ferruzzi che ripercorre i sessant’anni di quella manifestazione popolare che è stata un punto di riferimento per le estati elbane e cercando di riordinare ricordi lontani per riviverli e farli rivivere a tutti quelli che li hanno vissuti e farli vivere ai nipoti dei nipoti che verranno.
“Datemi una piazza, continua Paolo Ferruzzi, e diventerà palcoscenico. Datemi un palo che pianterò nella piazza e lo adornerò di fiori d’aranci e tralci di vite e diventerà scenografia. Datemi un paese intero con gli abitanti suoi che diventeranno essi stessi attori perché possano vedersi ed amare negli altri e nel piacere di stare assieme. Datemi tutto questo e sarà la FESTA del POGGIO”.
Domenica 1° agosto presso i locali dell’Accademia del Bello alle ore 18,00 sarà inaugurata una mostra esaustiva che ripercorre la Festa attraverso foto, filmati d’epoca, locandine, copioni, articoli, modellini plastici.
Ingresso libero.