La 25esima edizione di “Elba Isola Musicale d’Europa” inizia la sua seconda settimana di programmazione con due concerti di cui saranno protagonisti musicisti sia italiani che stranieri, con l’esecuzione di importanti pagine del repertorio cameristico di epoche diverse.
Lunedì 30 agosto, alla Villa Romana della Linguella di Portoferraio (ore 18.30), il pianoforte di Filippo Gorini, giovane stella del firmamento musicale classico internazionale, si incrocerà con gli archi di Liana Gurdjia (violino), Georgy Kovalev (viola), Vashti Hunter (violoncello) e del Quartetto Lyskamm. In programma il Quartetto per pianoforte e archi op. 47 di Robert Schumann e il Quintetto per pianoforte e archi op. 34 di Johannes Brahms. Biglietti da 20 a 25 Euro; ridotti (fino a 18 anni) 15 Euro.
Già vincitore di vari concorsi e premi, Filippo Gorini è considerato, a soli venticinque anni, uno dei più interessanti talenti della sua generazione. Il suo CD di debutto, uscito nel 2017, con le Variazioni Diabelli di Beethoven, ha ricevuto riconoscimenti internazionali quali il Diapason d’Or, Supersonic Award Pizzicato, e recensioni a 5 stelle da The Guardian, BBC Music Magazine e Le Monde. Nel 2020 ha fatto seguito un secondo CD, con le Sonate op. 106 e op. 111 di Beethoven, ugualmente acclamato dalla critica. La prossima uscita discografica, prevista per settembre 2021, sarà l’Arte della Fuga di Bach, registrata presso il Teldex Studio di Berlino.
Robert Schumann scrisse il Quartetto per pianoforte e archi op. 47 nel 1847, in soli cinque giorni: già autore di numerosi capolavori per pianoforte, Schumann non rinunciò a questo strumento nemmeno nei suoi quartetti e quintetti, unendolo agli strumenti ad arco e riuscendo a raggiungere effetti quasi orchestrali. Del Quartetto op. 47 colpisce e commuove soprattutto il terzo movimento, Andante cantabile: una vera confessione d’amore verso la moglie Clara.
Il Quintetto di Brahms è un’opera di straordinaria potenza espressiva, di tensione drammatica e persino tragica nel Finale, dalle sonorità quasi orchestrali: è stato concepito tra molte difficoltà e incertezze, risultando alla fine riuscitissimo e fin da subito apprezzato dalla fidata cerchia di amici del compositore. Venne composta prima la versione per il quartetto d’archi, poi trasformata in una Sonata per due pianoforti; il Quintetto fu pronto solo tre anni dopo, nel 1864.
Martedì 31 agosto, alla Villa Romana della Linguella di Portoferraio (ore 18.30), si avvicenderanno in un crescendo strumentale i violini di Jonian Ilias Kadesha, vincitore nel 2019 dell’Elba Festival Prize, di Liana Gurdjia e di Aki Sauliére, la viola di Georgy Kovalev e i violoncelli di Vashti Hunter e di Raphael Bell. In scaletta: la Partita per violino solo BWV 1006 di Bach (esecuzione di Kadesha), la Sonata op. 3 n. 5 per due violini di Jean-Marie Leclaire (Sauliére e Kadesha), il Duo per violino e violoncello n. 1 H. 157 di Bohuslav Martinů (Gourdjia, Bell) e, infine, il Trio per archi op. 9 n. 2 in Re maggiore di Beethoven (Kadesha, Kovalev, Hunter). Biglietti da 20 a 25 Euro; ridotti (fino a 18 anni) 15 Euro.
La Partita in Mi maggiore fu composta a Cöthen verso il 1720, in un periodo particolarmente fecondo per Bach, soprattutto per quanto riguarda la musica strumentale. Per questa Partita, come per le altre, si può dire con Albert Schweitzer che «non si sa se si debba ammirare di più la ricchezza delle sonorità o l'arditezza dell'invenzione».
La Sonata op. 3 n. 5 è fulgido esempio dell’arte violinistica di Jean-Marie Leclair, oltre a costituire esempio lampante, nel suo genere, della compenetrazione fra i gusti italiano e francese. Leclair si formò, infatti, come interprete a Torino nella scuola di Giovanni Battista Somis e tutta la sua vita (finita tragicamente in circostanze mai chiarite) è stata divisa tra i teatri francesi e italiani; oltre ad essere un grande violinista era anche un ottimo danzatore e coreografo.
Compositore ceco naturalizzato statunitense, Bohuslav Martinů è ancora in gran parte da scoprire. Ad esempio, il Duo n.1 per violino e violoncello, soprattutto il secondo movimento, è molto interessante ed anche brillante dal punto di vista puramente virtuosistico.
Il Trio per archi op. 9 n. 2 in Re maggiore è una delle opere da camera del periodo giovanile di Beethoven, nella quale il compositore mostra un orientamento strutturale verso la sinfonia, superando la tradizione del Divertimento.
Info e Prevendite
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Biglietteria del Festival
Sala della Gran Guardia, Porta a Mare, Portoferraio. Aperta tutti i giorni dalle 9.30 alle 12.30
Tel. +39 353 4121974
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