Sono trascorsi trent’anni esatti dalla scomparsa di Elfego Ramirez Esparza, uno dei grandi artisti che scelsero l’Elba come “buen retiro”.
Ebbi la fortuna di conoscerlo oltre quarant’anni orsono, quando appena sposato presi dimora a Schiopparello in un appartamento sopra le attività della famiglia di mia moglie che consistevano nel bar ristorante e nel negozio di commestibili-emporio, punti di riferimento e di aggregazione delle frazioni di Schiopparello, Magazzini e non solo.
Queste attività erano frequentate prevalentemente dagli abitanti del luogo, dediti per lo più all’agricoltura, che in estate si mescolavano ai “forestieri” del nascente turismo, mentre all’inizio dell’autunno gli avventori ritornavano ad essere nostrali.
Nostrale, ormai, era anche una piccola, ma significativa comunità di stranieri, in prevalenza tedeschi, che avevano eletto l’Elba a stabile dimora.
Erano tutti artisti, anche a livello internazionale che si erano distinti nel campo della pittura, della musica, ma soprattutto nell’opera lirica.
Elfego era tra questi.
Era nato a San Benito in Texas, da antica famiglia messicana di origine spagnola, dove la famiglia possedeva un ranch sulla riva del Rio Grande.
Spesso amava ricordare che in quei pressi un suo antenato aveva preso parte alla battaglia di Fort Alamo dove perse la vita Davy Crockett che conoscemmo nelle nostre letture giovanili.
Dopo aver studiato musica e canto alla Trinity University di San Antonio (Texas) ed in vari importanti Conservatori in Europa, dai primi anni 50 cominciò a cantare nei migliori teatri del mondo diventando uno dei bassi più conosciuti nelle interpretazioni di opere come “La Forza del Destino, “Le Nozze di Figaro”, “Manon Lescaut”, “Il Don Giovanni”e molte altre.
Ritiratosi all’Elba a metà anni 60 aprì un Albergo-Ostello a Santo Stefano alle Trane, dove cucinava personalmente qualche piatto della cucina messicana dando prova di essere, oltre ad un grande buongustaio, anche un ottimo cuoco.
Inoltre era un valente poliglotta tanto da essere ingaggiato come insegnante di francese, presso la Scuola Alberghiera, dove insegnavo anch’io.
Memorabile fu la serata di gran galà che organizzammo un sabato nell’inverno 1988 all’Hotel Picchiaie, sede in quegli anni della scuola, allorché Elfego volle offrire agli allievi e alle autorità locali uno spettacolo di opera lirica esibendosi in alcuni brani di opere famose assieme alla soprano Gisela Neuner Chionsini, anche lei facente parte degli artisti del “buen retiro”.
Lo spettacolo, oltre che dagli adulti presenti, fu inaspettatamente apprezzato anche dagli allievi.
Tanti sono i ricordi dei momenti passati con questo grande e semplice artista che riusciva a catturare con la simpatia l’attenzione di tutti, specialmente degli allievi.
L’ultima volta che lo vidi fu un giorno d’estate di trent’anni fa che all’ improvviso capitò casa mia, magrissimo e quasi irriconoscibile.
Era venuto a portarmi dei peperoncini Habaneros che mi aveva promesso tempo addietro.
Nel salutarmi mi disse: “ho voluto mantenere fede alla promessa, perché non so se ci rivedremo e se il destino vuole questo, io sono pronto!”.
Quelle parole mi risuonano nella mente quando penso a Lui. E ancora mi commuovo.
Alvaro Claudi
Nella foto Elfego Esparza con gli allievi della Scuola Alberghiera di Rio Marina