Gian Mario Gentini organizza una raccolta fondi sul siti www.gofundme.com per restaurare gli affreschi della Chiesa di San Nicolò a San Piero.
Di seguito il testo di presentazione:
Sono Gian Mario Gentini il presidente del circolo culturale “Le Macinelle” di San Piero in Campo nel comune di Campo nell’Elba. Il mio obiettivo, unito a quello di tutti i componenti e iscritti di questo Circolo, è quello di recuperare il patrimonio culturale ed artistico di cui è ricco il nostro territorio, contrariamente a quel che si potrebbe immaginare a causa della nostra remota collocazione geografica e sociale.
Quello che ci distingue e ultimamente ci ha conferito un’apprezzabile visibilità e ci ha posto ad una rilevabile attenzione è l’eccellenza dei nostri minerali grazie ai quali siamo conosciuti universalmente nel mondo scientifico, la peculiarità del nostro granito che fu tesoro sfruttato dagli antichi Romani (vedi Pantheon) e dalla Repubblica Marinara di Pisa (come evidenziato non molto tempo fa da Alberto Angela in una pregevole testimonianza televisiva nazionale).
Ma vorrei proporvi alla vostra attenzione un gioiello della nostra arte: la chiesa di San Nicolò che si erge in vicinanza del piazzale di Facciatoia una terrazza che si affaccia a Sud sullo spettacolare golfo di Campo.
In questa chiesa di architettura romanico-pisana, dalla peculiare architettura a due absidi e due navate, rimaneggiata nelle dimensioni dopo le tremende incursioni distruttive dei pirati Dragut e Barbarossa nel cui periodo venne inserita nel contesto di bastioni cinquecenteschi ricavandone anche un caratteristico e unico sagrato interno, sono contenuti degli affreschi di pregevole fattura che la trascuratezza del tempo e l’abbandono dell’uomo hanno condannato a un progressivo e importante degrado. Sottolineo che questi affreschi sono gli unici presenti su tutto il territorio dell’Isola d’Elba concorrendo alla solidità del nostro orgoglio culturale e artistico nonché al suo fondamento sociale.
Essi rappresentano un vero e proprio “Unicum”, unica e valente testimonianza di arte pittorica muraria presente su tutto il territorio della nostra Isola.
Fino ad oggi non accurati esami non sono riusciti a datarli con buona approssimazione né, tantomeno, ad attribuirli a un artista o a una scuola pittorica anche se è stato unanime il riconoscimento della loro pregevolezza.
È certo che al tempo della loro realizzazione il paese di San Piero dovette conoscere una discreta solidità economica, certamente derivante dal florido commercio del granito, che poté consentire la committenza dei lavori a maestranze di livello, fatte venire all’Elba dal vicino Continente Toscano ricco di artisti famosi.
Si potrebbe eccepire che la Toscana è ricchissima di opere d’arte meritevoli di attenzione anche in centri minuscoli, ma noi sottolineiamo che questa nostra chiesa rappresenta l’unica testimonianza di tal genere all’Isola d’Elba, un territorio limitato, ma sufficientemente grande ed esteso da meritare un’attenzione particolare e anche perché quest’opera d’arte rappresenta un documento unico della nostra storia e della nostra identità anche sociale oltre che artistica.
Il nostro sogno e la nostra volontà è quella di addivenire ad un restauro radicale dell’intera opera o, quanto meno, in una prima fase, ad un restauro conservativo che freni e scongiuri ogni ulteriore degrado. Noi da sempre siamo orgogliosamente legati alla tradizione storica della repubblica marinara di Pisa e nutriamo la speranza che la Pisa odierna non trascuri le nostre istanze e le nostre aspirazioni anche quale riconoscimento di quei tesori che le nostre cave di granito, con i quali abbiamo contribuito all’edificazione e all’ornamento di immense opere d’arte architettoniche della città di Pisa, carissima al nostro cuore e da sempre da noi amata, le hanno donato: Le colonne del Nuovo Duomo che troneggia la splendida Piazza dei Miracoli, quelle dell’antico duomo di San Paolo a Ripa d’Arno, quelle della basilica di San Michele di cui fu abate nel ‘500 un nostro illustre concittadino (il sampierese Diego Garcia Franceschi), San Sisto e così via.
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Foto e video di Infoelba