L’Abbondanza è stata a Portoferraio per secoli il più importante istituto cittadino espletando un còmpito vitale per la sopravvivenza della comunità in quanto ella sola aveva la privativa di vendere la farina e il pane e inoltre di comprare i grani.
Ha i suoi uffici dentro il palazzo della biscotteria come il monte di pietà.
Nel 1699 il Monte di Pietà era nato a Portoferraio con un capitale imprestato dall’istituto dell’Abbondanza, capitale che il Monte Pio avrebbe dovuto restituire con gli interessi.
Ma il Monte di Pietà non ottempera alla restituzione del denaro avuto in prestito ed ecco che i ministri dell’Abbondanza (Abbondanzieri) di Portoferraio rivolgono una supplica a Sua Altezza Reale affinchè il Monte di Pietà provveda a restituire quanto dovuto.
“Altezza Reale
Gl’Abbondanzieri dell’Abbondanza di Portoferraio umilissimi servi e sudditi di V.A.R. con pienezza ed ossequio riverenti gl’espongono come da circa quaranta anni in qua per Benigno Rescritto de Real Predecessori di V.A.R. fu conceduto alla Comunità di detta Città per comodo delle popolazioni più miserabili della medesima città di erigersi un Monte Pio ordinando che del contante di quell’Abbondanza si costituisse a principio un fondo di Pezze Reali 1500 il quale successivamente così richiedendo la necessità fu aomentato fino a pezze reali 2000.
Espongono inoltre colla medesima reverenza come la detta Abbondanza non ha mai percetto né detto Monte ha pagato alla medesima interessi di sorte alcuna il che ha prodotto che detto Monte ha fatto degli acquisti e utili notabili a segno d’avere omentati i suoi fondi alla somma di pezze reali 4000 in circa.
E venendo il predetto Monte in quella guisa a lucrare con danno della medesima Abbondanza caricata di spese considerabili. Quindi è che per provvedere all’indennità di detta Abbondanza supplicano la Somma Benignita di V.A.R. che la cassa di detto Monte paghi annualmente da qui in avvenire a quella della detta Abbondanza per detto capitale di pezze 2000 li interessi alla ragione di cinque per cento o come parrà più convenevole senza diminuire il fondo delle pezze reali 4000 che attualmente resta impiegato per comodo del medesimo popolo e con utile del medesimo Monte”.
(Filza “Lettere dal Monte pio, abbondanza et altro 1755-1767”. C19. Archivio preunitario. Carteggio del cancelliere. Corrispondenza con Firenze. Senza numero di pagina. Archivio storico comune Portoferraio)
Il documento di archivio sopra integralmente trascritto è interessante quale memoria di vita cittadina nella Portoferraio alla fine del secolo diciottesimo.
Marcello Camici
(Pianta dei sotterranei della biscotteria di Portoferraio. Secolo XVIII. Annotazione n 8: ”scala che introduce nel sotterraneo sopra del quale vi è lo Scrittorio del Camarlingo e la Cassa dell’Abbondanza”. In M. Zecchini “Elba isola, olim Ilva” pg. 127)
Nell'immagine di copertina: Prospettiva della città e Fortezze di Portoferraio del Serenissimo Granduca di Toscana al tempo in cui L’Abbondanza scrive la supplica. G.M Terreni (1739-1811).Dipinto. Olio su tela