“Pace a questa casa!”. E' quanto, incontrando le persone, devono dire i discepoli di Gesù, come ci racconta il vangelo di oggi.
Prima di tutto la Pace è Cristo stesso. Incontrandolo gli uomini sono trasformati: lo hanno accolto nella loro esistenza, sperimentando una relazione intima, ravvisando in se stessi l'incontro fra cielo e terra (il divino incarnato nell'umano). La Pace che offrono è qualcosa che, pur non appartenendo a loro, è parte di loro.
Così, non solo i discepoli della prima ora ma tutti i cristiani sono chiamati ad essere uomini di pace, che diffondono la pace in collaborazione con altri figli della pace.
Uomo di pace non è il pacifico nel senso di sempliciotto o bonaccione. E' piuttosto un lottatore che, ogni giorno, in sé ricompone le separazioni e le fratture, il passato e il presente, l'intelligenza e l'amore, il corpo la mente e lo spirito. Molteplici sono le strade che lo Spirito percorre per rinnovare gli esseri umani disponibili alla sua azione. Nell'esperienza cristiana (“siete nel mondo ma non del mondo”), non si predica l'isolamento bensì la coltivazione delle relazioni con criteri diversi da quelli mondani (possesso, potere, apparenza). L'appartenenza allo Spirito di Cristo rende liberi da tutte quelle appartenenze-legami che non sono funzionali all'uomo inteso integralmente (tutto l'uomo e tutti gli uomini).
L'uomo di pace – cammino mai compiuto – si riconosce da alcuni tratti come la serenità di fondo, la presenza consapevole, il silenzio, l'ascolto attivo, il dialogo, il servizio, il rispetto e la gratitudine per l'altro da sé (varie diversità), la comprensione e la compassione, il coinvolgimento personale nonviolento nella denuncia mite e nell'annuncio coraggioso. Tutti elementi della cultura dell'incontro.
(3 luglio 2022 – XIV Domenica Tempo Ordinario)
PS - “Ecco un principio chiaro da tener presente nella nostra coscienza, perché come educatori, genitori, o in qualche modo responsabili di noi e degli altri dobbiamo fare una scelta: crediamo o no che l'uomo possa trasformarsi fino a diventare in tutti i suoi comportamenti mite, conforme alla ragione? Credere in questa possibilità è condizione indispensabile perché diventiamo costruttori di pace nel nostro cuore e nelle società di cui facciamo parte” (Ernesto Balducci).
Nunzio Marotti
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